CDS: "Corbière rospo" - febbraio 2013
Pensando a Sara Esserino Marcelle
Accio
TRADURRE CORBIÈRE
Ad anno nuovo, passata la Befana e dentro al Carnevale, celebro e tradisco Tristan Corbière, (non perché gli impongo una traduzione ma perché mi son difeso dalla bruttezza del mondo una volta di troppo rispetto al suo, di Corbière, abbracciarla intemerato) il poeta degli Amori gialli, Les Amours jaunes, (1873). Il momento è quello giusto, intanto perché questo poeta era un vero e proprio Befano con la vocazione a rospeggiare e poi perché dopo che lo rinvennero in frac, carnevalescamente acconciato, in un appartamento parigino – spoglio e umido più delle rocce di Finistère in Bretagna sulle cui cuspidi s’aggirò ragazzo – sua madre nel mese di gennaio, il 6 per la precisione, del 1875, lo portò a morire a Morlaix. Le date sono appropriate per ricordare che Corbière, poeta maledetto ma di provincia, lasciò locande, bettole, bordelli e le gonne di Marcelle a cui era attaccato senza speranza di muoverla all’amore, sapendo di essere un pirata saccheggiatore, uno di quelli che non sono letterati di mestiere e dei quali è meglio non fidarsi troppo, essendo usi ad organizzare naufragi per vedere, con diletto e nausea, la poesia negli annegati, nei forzieri vuoti, nelle vele stracciate e anche nel risucchio del gorgo marino, tanto simile alla Morte che ti succhia il collo e ti porta via senza tante finezze. (Claudio Di Scalzo detto Accio)
LE NAUFRAGEUR
Si ce n’était pas vrai – Que je crève!
. . . . . . . . . . . . . .
J’ai vu dans mes yeux, dans mon rêve,
La NOTRE-DAME DES BRISANS
Qui jetait à ses pauvres gens
Un gros navire sur leur grève...
Sur la grève des Kerlouans
Aussi goélands que les goélands.
Le sort est dans l’eau: le cormoran nage,
Le vent bat en côte, et c’est le mois Noir..
Oh ! moi je sens bien de loin le naufrage!
Moi j’entends là-haut chasser le nuage !
Moi je vois profond dans la nuit, sans voir!
Moi je siffle quand la mer gronde,
Oiseau de malheur à poil roux!
J’ai promis aux douaniers de ronde,
Leur part, pour rester dans leurs trous...
Que le sois seul! - oiseau d’épave
Sur les brisans que la mer lave...
Oiseau de malheur à poil roux!
- Et qu’il vente la peau du diable!
Je sens ςa déjà sous ma peau.
La mer moutonne! ... Ho, mon troupeau!
— C’est moi le berger, sur le sable...
L’enfer fait l’amour. - Je ris comme un mort –
Sautez sous le Hû!...le Hû des rafales,
Sur les noirs taureaux sourds, blanches cavales!
Votre écume a moi, cavales d’Armor!
Et vos crins au vent! ... - Je ris comme un mort –
Mon père était un vieux saltin,
Ma mère une vieille morgate
Une nuit, sonna le tocsin:
- Vite à la côte: une frégate! –
... Et dans la nuit, jusqu’au matin,
Ils ont tout rincé la fregate...
- Mais il dort mort le vieux saltin,
Et morte la vieille morgate...
Là-haut, dans le paradis saint,
Ils n’ont plus besoin de frégate.
Banc de Kerlouan. - Novembre
IL PIRATA SACCHEGGIATORE
Se quanto racconto non è vero, possa crepare!
. . . . . . . . . . . . . . .
Con questi occhi ho guatato in sogno
la NOSTRA SIGNORA DEGLI SCOGLI
gettare alle sue povere genti
un brigantino sulla spiaggia...
sulla spiaggia dei Kerlouans
più gabbiani dei gabbiani
Galleggia sull’acqua il destino: il cormorano nuota
la costa è tormentata dal vento, è il Mese Nero
Oh! l’annuso da lontano il naufragio!
sento le nuvole lassù spezzettarsi!
nel fondale della notte vedo, senza vedere!
Fischietto quando il mare brontola,
impersono l’uccello del malaugurio dal pelo rossastro!...
Intanto ai doganieri di ronda ho promesso
la loro parte del relitto, perché restino rintanati...
Perché soltanto io – rapace uccello
stia sugli scogli candeggiati dal mare...
Impersono l’uccello del malaugurio dal pelo rossastro!...
- E che la pelle del diavolo sbandiereggi!
L’avverto digià sotto la mia pelle.
Il mare s’accavalla!... Oilà, mio gregge!
- Sono il pastore, sulla sabbia...
L’inferno sembra amoreggi. - Me la rido come un morto –
Sotto l’Uhhh! saltate...l’Uuuh delle raffiche,
ballonzolate sui neri barconi silenziosi, lettescenti cavalloni!
A me la vostra schiuma, cavalloni d’Armor!
e criniere al vento!... - Me la rido come un morto –
Anche mio padre era un anziano predatore di relitti,
mia madre sembrava una piovra invecchiata...
una notte suonò a martello:
- Di corsa alla costa: una fregata! –
... e finché fu buio, fino all’alba,
la nave venne ripulita...
-Ma sonnecchia morto il mio vecchio babbo predatore
e da morta completa la vecchia mamma piovra...
Lassù, nel santo paradiso,
non hanno più necessità di fregate.
Banc de Kerlouan - Novembre
Traduzione - Di Scalzo-Stein
T. Corbière - Autoritratto
NOTA
Ovviamente il pirata saccheggiatore, di navi abilmente attratte con false segnalazioni sugli scogli, c’est moi.
Sull'annuario TELLUS "Febbre d'amore", 2008, è stato tradotto e pubblicato il "Casino dei trapassati", la prosa più ampia del poeta bretone. Nella traduzione di Margherita Stein