CDS: "Aglaia scopre l'amore consegnato all'ellissi"
AGLAIA
L'AMORE CONSEGNATO ALL'ELLISSI
(racconto)
Cura Claudio Di Scalzo
Disse, fra sé, devo scrivergli. Una lettera che dopo aver descritto il paesaggio includa la domanda necessaria. Per far proseguire il racconto e lui farlo apparire. Qui. Dove abito. Sul lago.
È iniziata lenta questa giornata di pianura. La città soffoca nella cappa umida e perlacea e il sole, sopra di essa, fatica a farsi strada. Qualche raggio trova un pertugio ed è in questa traiettoria che cerco di mettermi. Socchiudo gli occhi e penso a come sarebbe la nostra passeggiata nel buio, perché tu arriverai di sera. Nell’oscurità e vicino all'acqua. Immagino un vento gentile che muove i capelli miei, scuri, e ci sospinge delicato.
Avrò una gonna ampia, leggera, con cui l'aria si diverte a giocare, e sorrido composta e paziente mentre tu mi racconti di cacce boschive o di altrettante cacce alla parola con l'immagine: so che entrambi aspettiamo il silenzio dell'acqua nella notte d'argento. A questo punto farò la domanda che non ho avuto il coraggio di porti finora: in una lettera scrivi che nel mare di parole e disegni ricevuti come illustratore hai visto un riflesso nella frase, che ti ha mosso a rispondermi. A essere cortese verso il mio libro di brevi racconti. Qual è questa frase?
L’uomo china il capo. Si guarda attorno. Come se meditasse d'inventare una scusa. Per cambiare discorso. Poi dice: ho fatto scorrere il monitor. Al solito. Anche in modo annoiato. Una frase, un'increspatura si è mischiata con qualche dimensione sonora nascosta da tempo in me. Dev'essere andata così. Non c’è altra spiegazione. Con in testa le parole ho preso la prova a stampa del libro e sul risvolto di copertina ti ho osservata. Indossi una camicetta azzurra. Nella posa candore e determinazione propongono la nitidezza che hanno le apparizioni. Nello sguardo, a me rivolto, ho pensato proprio come un adolescente che guardassi me, dicevi... sono anch’io la tua memoria.
La donna con fare complice prende l’uomo sottobraccio e sussurra. Ma qual è la frase. La ricordi?
Sì. La ricordo: “Giunto il tempo dei saluti, questa aspirante scrittrice, nella notte, si congeda”.
L’uomo sorride. Sa che dovrà spiegarsi meglio. Quanto scrivevi era anche un racconto. Brevissimo. Un finale che apre sull’inizio. Della nostra relazione. Potrei averla scritta anch’io. Ti invidio questa chiusa di lettera. So, rileggendola, che la userò congedandomi da te. Senza tornare. E fra quanto è iniziato e quanto c’è stato... ci sarà e il congedo tuo e mio… sarà terreno dell’ellissi. Un amore, il nostro, come ellissi.
Sei venuto per darmi un dolore. Il buio ti s'addice, mormora lei. O forse la tua è la bugia più adatta per un racconto, breve, brevissimo, e un amore interminabile.
L’uomo disorientato dalla risposta, sceglie il silenzio. Si chiede se in estate ci sono i ranocchi su quelle sponde che si perdono verso canneti lacustri. Finisce per sentirsi anfibio. Di qualcosa che ha a che fare con quanto sta vivendo senza sapere, per la prima volta, come illustrare il tutto. Sente che sta smarrendo il mestiere.
(pubblicato nell'annuario Tellus 30, "Nomi per 4 stagioni" - 2009)
CDS/NOTA
AGLAIA (legata al MAESTRO DELLE ONDE/CLAUDIO) è personaggio che rimanda a SARA. Dal 2009 diventa protagonista di un romanzo transmoderno e polifonico a quattro mani. Evocante il melodramma e l'immaginario della musica classica. Aglaia è stata pubblicata sull’Annuario TELLUS 30 “Nomi per 4 stagioni. Dall’Illuminismo a Internet”, 2009. Nella sezione IMMAGINARIO/PESCA WEB dell'OLANDESE VOLANTE appare quanto è cornice visuale, “pescata sul web”, dedicata con didascalie al personaggio di AGLAIA.
I due fotogrammi identici della Chiesa degli Scalzi
a Venezia dove ha inizio il romanzo anche visual-musicale
di Aglaia e del Maestro delle Onde
ben si adattano al rapporto autore/personaggio
clikka
Aglaia Melò