CDS: "Sara Capei Corti a marzo 2013"
Accio
VOLTO PITTASCOLTO
a Sara Capei Corti
(teoria materialistica di supporto e superficie)
1
TANTI ZIGOMI TANTI NOMI
Il volto, il corpo, volti e corpi dei personaggi ideati, rappresentano per me una specie di racconto segnico che nel suo evolversi, cancellarsi, rinascere rivela la coesione casuale d’ogni episodio stilistico. L’errore, la sbaffatura, il segno inceppato, lo sbandamento, i lineamenti flessi nella corporeità incosciente, condensano in ogni caso il battesimo di un capitolo. Quanto vale, posso dire cerco?, in pittura (con modalità diverse per il paesaggio) non è quanto l’occhio di chi guarda, quindi anche quello del me-pittore, accoglie, ma quanto rigetta. Il rigetto segna la rottura, irrimediabile, con l’accademia del bello anche se riferito all’avanguardia novecentesca ai suoi ismi.
Pittura volto corpo che impone una diversa distribuzione del codificato. La mia pittura, stanziale solo il tempo di un riquadro, poi ancora passeggiatrice forse meretrice!, illustra il passaggio di pulsioni che stanno pure nella prosa o poesia versata nel sovra-materiale (anche tecnico) del dipinto.
La scemenza di questo dipingere mio, verso l'amata perduta SARA CAPEI CORTI, si compie per sua natura eterogenea in dialettica sempre rinviata nei suoi esiti consolanti con altri linguaggi che come invitati ingordi a cena possono ingozzarsi di quanto il padrone apparecchia. Fino a lasciarlo con la fame. Insomma c’è dell’isterismo in questa prassi del soggetto, diviso tra scrittura pittura fotografia, e la proiezione identificatoria non riesce mai. Tanto che le decine-centinaia di tavole non son altro che un mucchio di fandonie in squilibrio sui simboli che però son fatti seri: ma non possiamo farne colpa ad una pittura isterica e al peggio paranoide se avviene lo sbugiardamento o fallimento d’un mestiere.
...CONTINUA