CDS: "Baudri Pard nei colori valore d'uso caldi" - 7.IX.2014
Jean Baudrillard 2
Da “Per una critica dell’Economia Politica del Segno”, 1972
Che cosa è, in realtà, questo valore d’uso che si presenta loro tutto bello e nudo? Da dove viene questa offerta? Chi è che regala? Che cosa è questa gratuità del contenuto (dei prodotti), ed è davvero sufficiente a fondare la trasparenza e la gratuità del rapporto sociale? Niente affatto. Il dono unilaterale è solo carità: concesso e subìto, rimane nella logica profonda del sistema e l’azione simbolica rivoluzionaria non vi sfugge più di quanto non lo faccia lo zelo delel dame patronesse. Non hanno capito, questi rivoluzionari, abbagliati dal valore d’uso, che per abolire la forma merce non basta certo la gratuità: non si tratta infatti che dell’abolizione del modo di apparire della merce. Per sovvertire radicalmente la logica del valore di scambio non basta restituire autonomia o gratuità al valore d’uso, ma è necessario restituire la possibilità di contraccambiare, il che significa mutare la forma del rapporto sociale. Se non è possibile ricambiare il dono, se non è possibile lo scambio reciproco, si rimane dentro una struttura di potere e di astrazione. Conservando, per mancanza di un’analisi radicale, un certo livello del valore (il valore d’uso) e utilizzandolo a questo livello, i “liberatori” hanno conservato in pari tempo un certo livello di potere e di manipolazione. Manipolando il valore, ne hanno ricavato logicamente, per sé, un plusvalore (di dominio). Da qui la reazione negativa a questa improvvisa profusione concessa, reazione di difesa alla forma del rapporto così istituito, alla non reciprocità della situazione; reazione di difesa di coloro che ‘preferiscono pagare e non dovere niente a nessuno’; reazione di classe in fondo più lucida di quella dei “liberatori”; in quanto aveva intuito giustamente nella forma del dono unilaterale e nel suo contenuto (il valore d’uso sedicente “liberato”) uno dei molteplici travestimenti del sistema.
Per eliminare il valore di scambio non bisogna restituire un valore (sia pure d’uso), ma uno scambio. Il valore d’uso implica la rottura dellos cambio esattamente come il valore di scambio, perché allo stesso modo di quest’ultimo, implica l’oggetto finalizzato come valore e l’individuo oggettivato nel suo rapporto con tale valore. Nello scambio simbolico, l’oggetto, da valore pieno qual era, ridiventa quel “nulla”, rien (la res latina, ambivalenza del termine), quel qualcosa che, per il fatto di essere dato e reso, viene annullato in quanto tale, e indica, con la sua presenza/assenza, lo scarto della relazione. Questo oggetto, questa res nulla non ha valore d’uso, e non serve, in senso stretto a nulla. Perché non sfugge al valore di scambio che ciò che assume il proprio senso nello scambio reciproco continuo, nel donare e ricambiare, in una relazione aperta di ambivalenza, e mai in una relazione finale di valore.
Nel caso che abbiamo preso in considerazione, la “reazione negativa” va interpretata come il modo di porre una esigenza radicale, quella di una rivoluzione che libererebbe non gli oggetti e il loro valore, ma la stessa relazione di scambio, la reciprocità di una parola che ovunque oggi viene schiacciata dal terrorismo del valore.
Claudio Di Scalzo
IL VALORE D'USO SULL'OLANDESE VOLANTE GRAZIE A BAUDRI PARD
Questa parte della riflessione di Baudrillard, dal capitolo XI “La realizzazione del desiderio nel valore di scambio” tratto dal libro “Per una critica dell’economia politica del segno”, del 1972, tradotto in Italia nel 1974, lo considero “basilare” per la mia biografia di autore impegnato nelle arti fin da giovinetto con a lato l’idea e la militanza per una società comunista che cancellasse il feticismo del valore di scambio ad ogni livello, compreso quello artistico. Può sorprendere, oggi, che quaranta e passa anni fa una generazione ed i suoi filosofi ed intellettuali più creativi s’interrogasse e cercasse una società non solo senza classi ma anche con un progetto militante, praticabile, di abolizione del valore di scambio, vendita, dominio delle merci e soprattutto di quelle estetiche, artistiche, letterarie. Oggi, che, molto anche sul web, addetti ai lavori estetici non fan altro che rendersi mercanti, venditori porta a porta Facebook, piazzisti dei propri prodotti, merci, libri, quadri, foto e così via. Personalmente questa parte del libro di Baudrillard che torna a me, in questo momento, lo ritengo di buon segno, per la mia economia politica del segno sull’OV, e con me per Chiara Catapano. Mi rivela, ancor più, perché già lo sapevo, che ogni mia prassi comunistica negli anni settanta nelle avanguardie, di marca situazionista, di poesia visuale e mail art, e poi dal 2000 on line con Tellusfolio, Blog Tellusfoglio, “Tutti i Figli di Tellus”, per offrire prodotti d’arte senza mercantilismo era inficiata alla base dal fatto che questa gratuità, restando operante il mercato capitalistico, avrebbe finito per non essere praticabile se non come dono, senza prezzo alcuno, che può pure infastidire chi lo riceve, creando altresì equivoci. “ Da qui la reazione negativa a questa improvvisa profusione concessa, reazione di difesa alla forma del rapporto così istituito, alla non reciprocità della situazione” scrive Baudrillard; anche perché questo scambio, comunistico libertario, prosegue Baudrillard, si può operare soltanto tra pari nelle arti. Altrimenti chi riceve può sviluppare, lo ripeto, anche sentimenti ostili, oltre a non comprendere cosa c’è dietro questo impulso utopistico. Ciò puntualmente verso di me è accaduta dopo l’esperienza di Tellusfolio da parte di alcune collaborazioni.
CDS: "Baudri Pard nei colori valore d'uso caldi"
7.IX.2014
Da ciò ne ricavo tre considerazione: A) Ogni attività comunistico-artistica sul web era ed è destinata al fallimento ancor più su mezzi di produzione capitalistici. Anche perché molti autori partono anti-sistema per poi felicemente integrarvisi anche in ruoli di responsabilità e gerarchia. È dal 1963 che assistiamo a questa recita utilitaristica; B) Se la scelta di produrre estetica on line va incontro all’indifferenza e non comprensione di chi riceve guarda-legge-usa il prodotto, ne consegue che l’avventura in questa prassi, metti sull’Olandese Volante, non può che riguardare una coppia (io e Chiara Catapano come coppia transmoderna) o pochi soggetti in comunità fortemente amicale C) Senza un movimento rivoluzionario che riproponga in occidente e nel mondo il comunismo estetico-politico ogni tentativo è destinato al fallimento e alla semplice testimonianza: che per molti può essere anche gratificante dando e dandosi l’illusione di essere un autore o un artista o un intellettuale con una certa influenza intento a "smerciare" i suoi prodotti debitamente prezzati.