CDS: "Barilli(r)onda" - 19.3.2013
BATTUTE E AFORISMI
Inalienabile diritto dell’artista: adoperare come materiale per la sua arte la propria vita.
Settant’anni mi sono caduti a un tratto tutti insieme sulla testa
Il giusto desiderio che ha ogni italiano di conoscere i fatti altrui...
È un vero peccato, quando si posseggono così interamente i mezzi d’un vero musicista, di non esserlo punto.
Noi non sopportiamo che un toro si comporti davanti al panno rosso come una vacca.
La pietà è un articolo di lusso che la natura nella sua saggezza consente solo all’umanità.
Non c’è cosa che stanchi più d’un miracolo che dura. I miracolati tirati fuori dal sepolcro non ce la fanno di campare così per forza. Non vedono l’ora di tornare sottoterra.
Prima l’artista, poi i suoi glossatori. Prima nostro Signore che s’immola, poi i suoi preti.
Mozart, Moussorgki, Apollinaire, stravinski, Rimbaud non sono uomini da incasellare. Incasellatevi fra voi tutti, l’un l’altro, reciprocamente, nella vostra Enciclopedia Treccani.
Un artista vero oggi non può che rassegnarsi alla più disperata rassegnazione e presentare il conto alla posterità.
Il tempo non rispetta quel che si è fatto senza di lui.
Si tratta di insistere, di rompere le scatole, di pestare, di scalpitare, di nitrire, di ragliare, di gemere, di urlare, di sgomitare, di ruggire, di buttarsi in ginocchio, di rifar quelle scale dalle quali si è buttati, di scrivere a quattro mani, come uno scimmione, su quattro registri musicali, di scrivere, di telegrafare, di supplicare, di felicitarsi, d’augurare; la ragione sociale prevale su tutto oggi.
Le idee sono bastoni fra le ruote.
Per me l’intelligenza è la percezione occasionale di tutte quelle cose che sono nell’aria, a mezz’aria (e non sono le mosche).
Tutti gli specchi sono pieni di imbecilli.
Gli artisti, le farfalle, gli ubriachi vanno vanti a zig zag. Soltanto i ciechi e le locomotive van sempre dritto, e se la terra non fosse rotonda ne cascherebbero fuori nell’etere.
Si vive per intervalli, su ore di passaggio.
Si trovano sempre adolescenti sensibili all’aggettivo. Voi maestri del sostantivo, voi siete proprietari e noi nullatenenti.
L’artista non è mai vecchio. Il primo segno di senilità lo dà in punto di morte e diremmo anche l’ultimo, visto che dopo si ricomincia a stare benissimo.
Io ho settant’anni. E i miei settant’anni fanno una montagna su di me. Una montagna di vita libera, indipendente. Questa è la mia fierezza, anzi grandezza.
Ecco, un uomo di settant’anni. Il suo punto di vista è la sua poltrona.
La terribile imbecillità atomica che chiuderà il mondo - padrona, signora dello spazio e del tempo. Distruzione del Futuro e del Passato: la terribile imbecillità atomica: gemella del Presente...Poveri noi - che cosa possiamo fare contro questa terribile padrona? Trafughiamole la nostra vita – ma dove? Su, presto, un capestro – e là dove andremo non ci seguirete più, voi imbecilli.
Tutto va a rotoli, siamo in mano a un branco di idioti i quali non hanno nemmeno il freno della modestia.
Quando l’arte fa rapidi progressi è segno che precipita.
Non so se sono un’aquila della letteratura. Comunque sono un’aquila che perde le penne. Le penne stilografiche.
Ha il talento di avere della fortuna, ma non ha la fortuna di avere del talento.
Da Wagner, attraverso Bruckner e Max Reger si arriva finalmente al cemento armato
La cortesia è un sentimento superficiale. Lasci cadere un giornale e ti richiamano in mille; se è invece il portafoglio che ti scivola in terra nessuno ti avvertirà.
NOTA BIO
Bruno Barilli (1880-1952) svolse l’attività di critico musicale per molti giornali italiani. Fondò assieme ad altri intellettuali e scrittori la Ronda, prestigiosa rivista degli anni Venti. La sua scrittura si caratterizza per uno stile bizzarro e incandescente, il cui fulgore espressivo aumenta nella semplice annotazione diaristica. Da alcuni taccuini rimasti sepolti nel lascito di Barilli fino a pochi anni fa, scegliamo una serie di massime e frammenti che tratteggiano il profilo del personaggio.