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"Idina Faro nel Notturno Tradizionalista raro"
Foto CDS 2000
Claudio Di Scalzo
IDINA FARO E IL PENSIERO TRADIZIONALISTA
CONTRO EMIL CIORAN LEGGENDO CRISTINA CAMPO
2000
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Idina Faro nella sua casa di montagna sopra Morbegno.
Foto CDS
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"Idina Faro picciona di Joseph De Maistre"
(Declinazione scherzosa di foto iconica.
Scherzo accettato da Idina)
Illustrazione per il racconto
pubblicato sull'Annuario Tellus 29
"Febbre d'Amore", 2008.
"Rotatorio amor piccione motorio per Idina faro"
Foto collage cds
Idina Faro è la figura di donna che più si distanzia da ogni mia postura di pensiero e prassi in ogni ambito. Con ogni timore fremito dubbio attrazione per il peccato carnale, con lei, confesso. Perché cattolica tradizionalista. Seguace adepta di Monsignor Lefebvre (vescovo scomunicato) contro il Concilio Ecumenico Vaticano II ed i suoi esiti nella dottrina cattolica; in assoluto rifiuto dei teologi che lo sostennero. Fu lei a farmi consocere Cristina Campo. La poetessa vedeva pur’ella in Lefebvre l’ultima difesa contro lo “sfacelo” a cui andava il sacro e il cattolicesimo seguendo Giovanni XXIII e Paolo VI. Idina aveva Joseph De Maistre de “Le Serate di Pietroburgo” tra i suoi santi protettori contro ogni illuminismo. Inutile aggiungere con queste premesse cosa pensasse del socialismo del comunismo di Marx e dei marxisti. Si riparava dal “socialismo realizzato e da quello fantasticato, cioè da Breznev al Che Guevara” compulsando Elemire Zolla. L’editoria Adelphi la considerava, seppur meritoria nel suo opporsi al "materialismo Einaudi" di cedere il catalogo ad autori gnostici e atei come Nietzsche: addirittura pericolosi al pari di Marx e Sartre e di ogni esistenzialismo cristiano tipo quello di Gabriel Marcel.
Scorrendo titoli dei libri da me accastati nella casa in affitto che in quel periodo avevo sul Lago di Como, a Dervio, le venne l’idea, verso me salvifica, di scrivermi, quello che chiamai “Esorcismi protettivi” ma che in realtà erano lettere-schede dove mi proponeva una lettura cattolica tradizionale di filosofi scrittori personaggi dove in ordine alfabetico dopo Mao veniva Don Milani.
Quando prendeva di mira autori che andavano diffondendosi, molto, tra la la ex sinistra extraparlamentare un tempo marxista e fallacemente rivoluzionaria, in come Emil Cioran m’incuriosiva e faceva riflettere su di un continente di pensiero ch’era la cultura di Destra intrisa del pensiero cattolico.
“Caro Claudio Di Scalzo, ho scorto alcuni titoli di Emil Cioran nel caotico tuo appartamento laghigiano. Mi permetto di sottolineartene il pericolo nel non saperli maneggiare, ci unisco quelli di Micea Eliade, non basta certo di liquidarli per il loro passato para-fascista sostenitori dei rumeni legionari. Che pur’io aborro. Ma non da comunista. Ti confesso, che accettando nelle tue stanze, i tuoi baci, sapendo di come nella biblioteca ci fosse lì buttato come un Tex Willer letto per solo diletto, mi ha irritato. E faccio i conti con le tue letture in una maniera che certamente le figure femminili che hai frequentato o quella con cui vivi, che sta a me all’opposto in ogni senso e cultura e insegnamento, ritengono assurda e medievale. Non ti ha forse scritto -indagatrice, con ironia acuminata come può comporre un’adoratrice di Voltaire!, astutamente polemica, sa che abbiamo attrazioni in corso, Sondrio piccola città è, e pensa che questo appartamento in cui hai vissuto da insegnante non dismesso sia luogo dei nostri incontri? - questo biglietto che conservi che mi hai fatto leggere: “Claudio attenzione, mi sorprenderebbe che l’ex chierichetto di Don Gino Barzacchini ricordato nel libro feltrinelliano divenuto comunista eterodosso fosse incuriosito da qualche tarsia di cattolicesimo reazionario medievale che oggi attiene alla psichiatria più che alla teologia. In ogni caso confido ci sia il tradizionale peccato non superato di fornicare con sposi d’altra donna”. Se dovessimo separarci, quanto ti dono come anti-biblioteca cattolica che non è affatto reazionaria, ma l’unica vera dottrina cattolica non perversa dalla modernità, la pensa così anche la poetessa Cristina Campo, ti servirà anche non disperdere la parte di te religiosa. O magari di tornarci come necessita.
Cioran scrive in “Sommario di Decomposizione”, Adelphi 1996. Pubblicato nel 1949 che la sttoria è una sfilata di falsia ssoluti di templi che rovinano. Se l’uomo dinanzi a questi templi non è indifferente diventa complice. Ohimè che rovesciamento soprattutto dopo la catastrofe immane della Seconda Guerra Mondiale! Tutto ciò permesso da un Dio senza nerbo e scipito. Secondo Cioran. E ne “L’Inconveniente di essere nati” afferma la banalità che “tutto è dolore” come se la Croce il Cristo non l’avesse posta sulle sue spalle fustigate per redimerci dal Peccato Originale! Rilancia che non si può credere in un “Dio Buono” essendo artefice di una creazione tanto scandalosamente dolente e inefficiente. Scrive ne “Il funesto demiurgo”.
Cioran è invece infintamente noioso monotono e nessuna eleganza formale, ch'è un aspetto del demoniaco, riscatta. Tedio noia la sua barchetta sul nulla. Nichilismo da massimette feroci. Ben altra tempra ha lo scopritore del nichilismo moderno Nietzsche. Al quale Cioran devo molto. Nichilismo destino storico dell’Occidente. Serve imbarcarsi in qualche buddismo orientaleggiante. Non lo suggerisce anche Schopenhauer. Nessuna salvezza nella Resurrezione. Nichilismo notte perenne. Nietzsche come Dostoevskij. Morte di Dio. Tu Claudio mi facesti la battuta da flipperista GAME OVER. Alla quale non risi né rido. Ci sorrida Silvae Lo. O la Margherita Stein di cui mi hai parlato. Proseguo scrivendo che Cioran è pericoloso per il Cattolicesimo perché è un pensiero GNOSTICO. Lo porta alle estereme conseguenze con una letteratura sfarzosa e nera. Luciferina. Ne “La caduta del tempo” Cioran elabora il concetto di “controcreazione”. Ma ti rendi conto! Satanismo. “dis-fare, de-creare è il solo compito che l’uomo possa assegnarsi”. Ma li sottolinei li individui questi passi? O li scorri come un Dylan Dog. Cioran disconosce la creazione divina come necessaria alta giusta bella. Riprende il mito di Prometeo, caro fra l’altro ad ogni illuminismo-socialismo-comunismo, deiezione dai miti greci, per affidarsi "ateasticamente" alla conoscenza solo umana che al massimo può essere aiutata dalla scienza o tecnica. Ma l’hai individuato questo passaggio, Claudio, in “Storia e Utopia”?, ti allego le pagine pure: 125-128. Non farai la fatica di cercarle!!
Concludo scrivendoti che Cioran è malato di misantropia. Aspirante demiurgo con i soliti e banali, solo dagli sprovveduti ritenuti nuovi stilisticamente, lazzi sberleffi per rischiare lui solo, il caos, in realta è un poveretto che malvagiamente si sente diavolo da camera marciscente.
Perché un lettore credente o no dovrebbe affidarsi a questo nerume-rumeno senza speranza? Per cortesia togli questo libri dalla mia vista se vengo a trovarti. Peccando fra l’altro. Ricorda quanto sia turbata angustiata la cattolica Idina Faro".