Accio: Corsara Ingres Metamorfosi a Kiki Montparnasse
SARA ESSERINO E CARDELLINO DIVENTA CORSARA DELLA METAMORFOSI
IN ACROBAZIA NELLA FOTOGRAFIA. PROFEZIA ANCHE CON INGRES E MAN REY
La presenza di Sara Esserino e Sara Cardellino ha consentito lo sviluppo della mia fotografia, ai personaggi da lei suggeriti di avere contesto, museo, fotografico, persino la sua assenza 5 anni e 5 mesi, ha sviluppato fotografia sulla presenza immateriale sul paesaggio vissuto. Di certo il suo ritorno il 9 aprile 2017 ha permesso il completamento di opere e testi, insomma dell’immaginario che ci compete e riguarda.
Il tutto svolto dal fotografo con l’assillo di dialogare con figura presa spesso da febbri iconoclastiche neganti sua immagine. Il che ha imposto di accettarla con occhiali grandiosi (il che sviluppa accostamenti Callas scherzosi) tagli frammenti e decapitazioni in eco greco e latino. Ingrandimenti di particolari. Ciò mi sospinse mi ha sospinto all’idea di un Museo domestico da smontare o chiudere ai primi accenni di nervoso di modella e fotografo di rimbalzo.
Il Museo fotografico non poteva che contemplare richiami ad altre opere in pittura. Modelli insuperabili. Canone. Metti il neoclassico Ingres o il fotografo Man Ray o l’informale Mathieu. Il personaggio della modella più adatto è quello della Corsara della Metamorfosi compagna dell’Olandese sull’Olandese Volante. Sia per azzardi in nudità sia per seduzione corsara. Come da cinema e fumetto oltre che pittura. La fotografia ne raccoglie eco.
Ingres: “La baigneuse” 1808 (La bagnante di Valpinçon)
Al Museo Domestico si accede per via elettronica allestito in qualche stanza del cascinale vecchianese, anche soffitte, o in cabina del veliero.
Il Museo è reale con modella e modellizzato in analogie per sommatorie (le compie il fotografo può compierle chi guarda) visuale.
Ovviamente la modella doveva essere, deve essere, nel 2010 come dieci anni dopo, nel corpo adatta per ricoprire il ruolo. Ciò l’ha stabilito la Natura non la Cultura fotografica. Traduco: se nella foto “Corsara Ingres Metamorfosi a Kiki Montparnasse” la modella, Sara, non avesse avuto i fianchi adatti e a violoncello la foto sarebbe stata impossibile.
La fotografia citata, esposta, stabilisce relazioni con l’opera di Ingres: “La baigneuse” 1808 (La bagnante di Valpinçon)"; e con quella di Man Ray “ Violon d’Ingres”, 1924 - ma il luogo in cui viene esposta è l’immateriale, non solo elettronico, bensì la vicenda d’amore che lega fotografo e modella che è materiale nel vissuto fuori dal museo. Senza il legame vero non esisterebbe museo fotografia estetica.
Man Ray: "Le violon d'Ingres", 1924
On line saranno migliaia le citazioni su queste due opere uniche. Anche migliori della mia, ovviamente. Nella fotografia che qui si aggiunge al mazzo c’è però il racconto i personaggi lo spazio virtuale dell’Olandese Volante transmoderno. Il tutto è firmato non da autore bensì dal mio soprannome. Dal personaggio L’Olandese. Questa la differenza.
L’opera fotografica vive nello spazio fantastico di una vicenda corsara che riguarda sia Wagner, dunque la musica teatrale, sia la seduzione molto terrestre che il corpo femminile instaura con la bellezza. In acrobazia visionaria leggera come l’aria. Però quanto è leggero rima pure con profezia (di coppia) che si sdoppia. Nella dinamica temporale della passione anarchica. L’unica, pure con errori perdite sviste (che nessun obiettivo fotografico può sanare: io e Sara molto abbiamo sofferto, tanto!) regge la “causa” di quanto appare.