
Daniela Cantelli in sdoppiamento sorriso segnico tormento - Foto cds, 1971
"Ho i capelli a riccioli, Accio, a volte li stiro lisci nel biondo,
dalla parrucchiera; e cambio colore nel castano chiaro;
forse è una cura borghese del mio aspetto; però mi perdono:
ho diciannove anni, come te. Che vai dal Pazzo compagno barbiere
di gran talento, a curarti baffi e rada barba. Se continuo
in questa cura di me stessa prima o poi finisco con voi due a ballare
in discoteca al Cavalluccio Marino, a Lido di Camaiore"
(Pisa 1953/Dispersa in India 1977. Morte presunta 1990. Ufficiale 2011)
LA BIBLIOTECA DEI COMUNISTI
DANIELA CANTELLI E CLAUDIO DI SCALZO
CLARA ZETKIN. 1968/1976

In un mobile, nelle interminabili soffitte del cascinale, vecchianese, che dalla muratura proseguono nei corridoi del tempo rovesciato mattoni cementati contro ogni usura, seppure conducano a stravaganti, a volte oscure, varianti degli accadimenti che costì vissi, riappare quella che, con Sara Cardellino esploratrice con me, nell’aprile 2025, chiamo “La biblioteca dei comunisti Daniela Cantelli e Claudio Di Scalzo detto Accio”.
Centinaia e centinaia di libri comunisti e sul comunismo socialismo. Opere complete dei fondatori. Ma com’è che si formò? Chiede Sara.
Daniela Cantelli, compagna di classe, stessa mia età, nel 1968, biennio a Ragioneria, Istituto Pacinotti, quindici anni, che aveva maturato il suo comunismo in opposizione alla famiglia, al padre medico chirurgo primario, alla madre avvocato tra i più importanti a Pisa, utilizzò i soldi che le passavano per acquistare ogni sorta di pubblicazione comunista nella libreria Feltrinelli della città e in ogni luogo capitasse. Non potendo tenerle nella villa in San Rossore, me li affidava per le stanze del cascinale le più vuote ed ex granaio e disusata cantina del vino. Era anche una maniera, delicatamente complice di Daniela, e per soddisfare, con lire che io non avevo, la mia ingordigia di letture e studi; e per discuterne con mio padre, Libertario detto Lalo, partigiano, dissidente comunista rispetto al PCI di simpatie trotskiste; e pure, litigare, con mio zio Alvaro ch’era stalinista, fatto che contrariava Daniela, aderente al Potere Operaio pisano; però Alvaro era stato nelle Brigate Internazionali nella Guerra di Spagna: ciò lo ritraeva agli occhi di Cantelli come proveniente da una foto di Robert Capa. E aumentava la sua stima verso comunisti, seppur diversi, come mio padre e mio zio, che per il comunismo, con armi, avevano rischiato la vita.
I primi libri che acquistò, con me, furono quelli pubblicati da Samonà e Savelli. Casa editrice imperniata sulla Nuova Sinistra exraparlamentare di matrice trotskista. Spillati con grafica povera colorata di rosso. Nomi senza maiuscolo.

Sfoglio di Clara Zetkin “Lenin”. Ricordi della moglie. Ottobre 1968. Traduzione di Luigi Goglia e Nuccia Nobile.
Riappare la mia grafia a sottolineare quanto nei ricordi di Clara scrive di Rosa Luxemburg; come descrive la semplicità e amabilità di Lenin. Il suo rapporto con i compagni nel Soviet. Come commenta con la moglie l’arte dei cubofuturisti russi, affermando che loro due sono vecchi per capirla del tutto; ma che sono giovani per la Rivoluzione.
Mi ci commuovo. Questo che emerge dalle parole della moglie compagna è l’uomo reso mostro e dannato dalla propaganda borghese e reazionaria e imperialista; spregiativamente dileggiato fdai comunisti rinnegati d’oggi.

Lenin che, racconta la Zetkin, accetta la pace onerosa con il trattato di Brest-Litovsk nel marzo 1918 con gli Imperi Centrali, Gemania-Austria, per salvare la Russia rivoluzionaria e concentrare le forze contro l’armata bianca zarista sostenuta da americani francesi inglesi. La Russia bolscevica andava distrutta. Era il Comunismo. Dal 1917 ogni mezzo è stato usato dai paesi capitalisti per annientarlo. Da parte degli stati occidentali. Fino ad attentare a colpi di pistola contro Lenin. Che anche per le ferite morirà nel 1924. Nessuno ricorda la storia vera del comunismo attraverso la voce dei protagonisti.
Lo faccio io, oggi, con Daniela e la sua biblioteca e con Sara Cardellino.
- Dovresti Claudio, commentare molti di questi libri. Con ricordi tuoi sulla Cantelli sugli eventi che vivesti fino alla sua scomparsa in India. Ti lamenti spesso di come il comunismo sia ridotto a sola mostruosità, sia verso i protagonisti che condussero rivoluzioni sia verso chi vi aderì delle classi proletarie, da politici reazionari e liberali e comunisti rinnegati, stessa solfa secondo te sui social fino alla macchietta; ebbene, dedicati a questa "biblioteca", ricostruendola, negli scaffali memoriali recuperando tracce disegnate che pure ci saranno. Scritti persi. Diario. Fotografie. Dove adesso è giunta Daniela qualche corridoio che porta ai morti la informerà che stai ricordando quando leggevate, Clara Zetkin, sulle dune marine a Bocca di Serchio.