
CDS - Tavola Tellus
Claudio Di Scalzo
SANTISSIMO (AZZANNATE) POETANTE
TEATRANTE DISSONANTE CANTANTE
Allora vi racconto questa…
E se fosse la mia unica poesia d’amore
(indovinata)
quella mischiata con gusti musicali discordi,
spinte punk, rimbombi metal, sdolcinature
da canzonetta italiana e varie melodie
che prendendo l'animo
lo scollegano dalle viscere?
Che versi mi troneggiavano in petto! ascoltando
i suoni della batteria preda d’incredibili turgori
e io sapevo quanto contasse la qualità
della pelle dei tamburi. Tecnica affinata
sulla facile analogia con le mie palle. Battitura.
Molto meglio che di metafore od ossimori. Poeta fui
della batteria in batterico effluvio d’incanti.
E lei, la malafemmina mi guatava stordendomi
più dei piatti martellati dalle bacchette.
Chiaro che se davo una bacchettata sul crash
o sul ride, era fine a se stessa,
ma se erano in qualche modo dentro al contesto
di una passionale dedica ai suoi seni acerbi
allora la storia cambiava.
Mi concentravo sulla musica
per contare le battute, ascoltavo il basso,
mitizzavo col pensiero la sua linguetta rossa e le frenesie
da amore eterno (come la melodia?)
e qualcuno notò la mia faccia:
aveva rastrellato un’espressione ebete, di uno che ha visto la madonna
e non ci crede, con in più del sonnambulismo. Un deficiente, ecco.
In previsione di qualche spettacolo si provava spesso, sabato pomeriggio
e domenica mattina presto.
Una canzone dietro l'altra e la scaletta in un paio d’ore era finita.
Nel bel loculo della sala prove dove ci ritrovavamo,
durante le pause, ci scambiavano gli strumenti per gioco,
però a me prendeva bene anche il microfono. Cominciavo a cantare
qualcosa, ovviamente in inglese perché è più facile
e più musicale come lingua e i miei soci mi venivano dietro.
E non capivano nisba nulla quando saettavo qualche complimento
al mio musetto in prima fila. Vibra che poi ti vibro oh oh
A little but not very much.
Usavo versi famosi scritti-musicati da qualcun altro
Tanto chi lo sapeva?
Così per cinque minuti erano miei.
Cervello staccato, tanto fiato nei polmoni
con il cuore che pompava emozioni: adrenalina 100%
sulle cosce intraviste di lei. Baci smack sudore miele.
Questa poetica del suono rutilante negli anni
mi hanno messo addosso un bel raccolto di mood,
di umori, di sensazioni che mi aiutano a giostrare
quando non so dove sbattere la testa. Quando la nostra canzone
(più mia che loro) faceva effetto, la gente non parlava,
non ballava, magari piangeva, magari correva,
ma nessuno contraddiceva Amleto in jeans che cantava
il suo delirio d’amore votato alla tragedia (intravista
dal subconscio, forse).
Stavo dietro alla batteria, a ritmare i passi
ero un essere parzialmente metafisico
senza paura di saltellare nel ritmo del cuore accerchiato
e accucciato dietro i suoi sorrisini in sala. Piantavo dentro
qualche rim shot, prendevo possesso dei colpi dati sia alla pelle
che al cerchio del rullante, e il fantasma
che diventavo prendeva a calci il drago cattivo
del presentimento.
Quel fantasma dell’ io-mio (un formaggino?) esser folle per amore:
quando la femmina c’è e quando c’è la sua assenza
mi prendeva sottobraccio come un questurino.
Sul palco mi sbullonavo i piedi, perdevo una scarpa, ero zoppo.
"Prendine un altra, idiota!" sentii dalla platea
(come fossi un calciatore a San Siro)
...ma v@ff@n... le mie scarpe mi piacevano
erano abbastanza comode, fatte su misura.
Ora la coppia è spaiata. E lei rideva in sala.
E capii la simbologia nefasta. Ci saremmo separati.
Da allora canto seduto su uno sgabello, perchè sono un fantasma zoppo
che fa fatica a stare in piedi con una scarpa sola e con l’amore spappolato
affidato soltanto a me. Note dolenti comprese e stonature. Sue, mie? Mah.
Ma da tutta questa elucubrazione, che cosa ce ne cavo?
Un cazzonulla!
È soltanto un piacevole digrignante pellegrinaggio
al santuario del Si-La-Do, in cerca (annuso-sbavo)
dell’ispirazione (per dei versi d’amore) che m'è uscita
dagli orecchi mentre accendevo il pc.
SANTISSIMO
(autodefinitosi in modo straziante anche Piciosbucciato
dopo il fallimento musicale, poetale, amatoriale)
NOTA
Santissimo - 2007/2009 - è un giovin personaggio protagonista di un poema-racconto transmoderno virato nell'umorismo nerissimo e altre vicende ove le gote a volte ballano sarcasmo e altre lacrime irridenti.