ATELIER HÉBUTERNE MODÌ
07 Maggio 2025
in ELEGIA col finale puntolini il poeta Corazzini raggiunse la sua mèta di scandire la regolarità delle misure prosodiche nel tempo monocorde della poesia-malattia per Tania. La danese. Lei guarisce lui perisce. Non c’è conclusione, per l’intanto nel versificato-fato nel funebre a profusione. Cos’è la vita senza l’amore? Cos’è la vita se manchi tu? Il sole stanco sul mio petto non ce la fa più. Ma che freddo fa! Basterebbe una tua carezza Tania, che mi salverei! Le misure danno sture endecasillabiche che non chiudono - - - si prolungano ricorrendo agli enjambements, mentine da ciucciare sonore parole: nel freddo che fa! Tu poesia mi hai deluso! Mani fredde su di me. M’abbandono nella sospensione finale: incertezza dell’ora umbra: tutto mi turba. Dissolvenza mi tuba: distacco dissimulazione di qua per di là allucinata vacuità del freddo che fa.
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