L'amico e compagno Ivars Smilga nel rosso mai che finga", 2 -
Venuto a raccontarmi i tempi di Lenin e quelli bestiali di Stalin
18 Ottobre 2014 - Tavola Tellus
Claudio Di Scalzo
SERATA CON L'AMICO IVARS SMILGA - 2
Vecchio bolscevico!, potevo definirmi! eppure avevo soltanto venticinque anni quando nell’aprile del 1917 fui eletto nel Comitato centrale del partito bolscevico. E lì c’era la dinamo che girava per fornire propulsione alla rivoluzione che tutti avevano in mente dopo il febbraio, una rivoluzione comunista, e non borghese, ma io come tutti i compagni zoppicavamo nella tattica e nella strategia proletaria, sembrava che il materialismo dialettico facesse cilecca appena lo applicavamo nella sterminata pianura russa, salvo ad uno, che lo prendeva nel verso giusto, anche se non era quello vaticinato da Marx ed Engels!, lui, il compagno Lenin fronte di marmo. Socchiudeva gli occhi mongoli, sollevava il labbro in un sorrisino, e sulla fronte il marmo s’accendeva come cera, sui cui potevo leggere: compagno Smilga tu sei comunista d’azione, mi confermi che i marinai della flotta del Baltico ci seguiranno, se daremo il via all’insurrezione contro il governo di Kerenskij? Sì, compagno Lenin, Sì! Rompiamo gli indugi, la tua linea è giusta, bisogna agire. E io son con te, lo sarò sempre, e anche dopo la tua morte sarò con te, anche se mi tritureranno le manovre di Stalin che fin dalla guerra contro i Bianchi nel ’18 dimostrerà di sbarellare tra incapacità e megalomania. E Trotskij non sarà da meno. Era un caos la rivoluzione, e ci voleva la dinamo di Lenin, ma se la dinamo si spenge se la fronte non unisce più marmo e cera per dare alla rivoluzione la giusta dialettica ai migliori del partito, tutto finisce in tragedia, nella sconfitta, nel comunismo dei burocrati, dei processi, della pallottole sparate in testa dopo aver singhiozzato chiedendo perdono per gli errori commessi, e lo vedi?!, compagno d’una sera in questa valle alpina, come da morti rivoluzionari trucidati si vada avanti e indietro senza senso, e nessuno più ci ricorda, il mondo è andato in tutt'altra direzione che quella che avevamo in mente noi bolscevichi nell'Ottobre, perdiana!, ma tu avrai logica adatta per capire di cosa parlo! Son Smilga mai nel rosso che finga, vero?, e se passa da qui Zinoviev salutamelo, è da tanto che non lo incontro, brutta fine anche la sua: nel 1927 facemmo parte assieme dell’Opposizione Unificata a Stalin, ma ci rimediai l’esclusione dal CC. Per il dolore i capelli che avevo biondi mi divennero cenere… e con questi vado in giro adesso anche se quando son morto, all’incirca nel 1937, sparendo in un campo di concentramento staliniano, ne avevo molti meno in capo. Una concessione elegante a me fantasma della rivoluzione giusta, che poi elegante lo son sempre stato col mio cappello militare e da economista del piano sovietico… hai dell’altro tè, anche qui l’autunno scortica le orecchie.
Ivars Smilga
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