Claudio Di Scalzo
MONSIEUR LENIN A PARIGI
Di tutta l’arte parigina, di tutta la letteratura parigina, di tutta la musica parigina quanto coinvolge Lenin è, soprattutto, lo chansonnier Montéhus che si esibisce in un teatro popolare di Belleville e che canta la sua canzone più coinvolgente e proletaria: salut à vous braves soldats du 17°. Soldati che nel 1907 si erano rifiutati di sparare sui vignaioli in sciopero fraternizzando con loro.
Canta in crescendo nel verbo imperfetto della rivoluzione
Monsieur Lenin a Parigi
Col segreto rosso orecchio dove il mondo borghese perisce
Tra una bravata insurrezionale e l’altra
Però il monile della voce in falsetto annuncia la sera adunca della reazione
Sui rivoluzionari russi che a fiotto di sangue fiotto di sangue non sanno opporre
Questa dialettica soltanto un partito integralmente marxista
Può inventarla per cogliere alla sprovvista chi sta dietro ai bravi soldati ammutinati.
E poi la canzone ne celebra le gesta e tu, ed io, ci commuoviamo più che ascoltando Sarah Bernhardt!
Però la fossa comune quanti ne avrà inghiottito, dopo, di soldati fucilati assieme ai vignaioli?
Io piango da un occhio solo e l’altro mi rimane asciutto.
Non sono un menscevico. Piangerò con tutti e due a rivoluzione vinta.