"Silvai Lo con me sul Monte Brè" - Foto Claudio Di Scalzo, 2001
Claudio Di Scalzo
SILVAE LO NEI BOSCHI DEL MONTE BRÈ STA CON ME
A LUGANO SULLA BELLEZZA LEIBNIZ DÀ UNA MANO.
CURVE DI UN MATRIMONIO 3
2001
(Diario steso, oggi 18 giugno 2001, dal fotografo; all’oscuro della teoria sul Bello di Leibniz messa in chiaro da mia moglie Silvae Lo ricorrendo al “non so che” del filosofo, sui boschi del monte Bré. I turisti sono informati ch’è il più soleggiato della Svizzera con vista sul Monte Rosa.)
"Silvae Lo in bianco e nero un po' Monade di Leibniz sguardo vero"
Foto Claudio Di Scalzo, 2005.
Devi sapere Claudio, fotografo e marito, che quando affermi, col solito trasporto dell’ignorante geniale, “grossa reflex Hasselblad cervello intuitivo fino”, traduco il proverbio pisano, “scarpe grosse cervello fino”, in nuovo contesto, che la teoria serve a poco nella fotografia, ricorrendo a Leibniz al suo “Principio di ragion sufficiente” dal quale declina in materia di Bello che esso debba possedere quel certo “NON SO CHE”, posso darti in parte ragione.
Tu però conserva mentre sto nella posa che mi suggerisci sole-ombra, qui sul Monte Brè, almeno un lucore di manualistica leibniziana sul Bello. Ti servirà per mettere meglio a fuoco, con questo scatolone svedese che m’è costato un occhio della testa, le pose che, ahimè, continuerai ad impormi. Ed io, modella razionalista a subire, doppio ahimè. Aggiungi pure claudio... in rima... “sul Monte Brè” come se potessi ridere alle tue facezie. Però ti completo... “Silvana sta con me sul Monte Brè finché non ne potrà più di me!”, foto comprese e mia INUTILE cornice filosofica.
Nella svolta tra Seicento e Settecento in estetica i razionalisti devoti al Classicismo stabilirono in materia di Bellezza e Bello una miriade di precetti per comporre opere.
Ebbero facile gioco, anche tu fotografo potresti pensarlo, anzi so che lo pensi, che l’autore, l’artista, può seguire alla lettera ogni regola nelle proporzioni e ricavarne un risultato banale.
Attenzione Claudio potresti correre questo rischio e io con te modella.
Adesso ci viene in aiuto Leibniz. Anche a te fotografo marito anche a me modella moglie. Dopo rivelo il portento se non ci arrivi da solo.
Leibniz se la cava, e ci viene pure a noi due in aiuto, affermando che in un’opera, di pittura scultura, ma a questo punto anche di fotografia, devi esserci quel certo “NON SO CHE” e cioè una qualità che nessuna regola può determinare ma che è fondamentale affinché quanto svolto esteticamente piaccia, e cioè sia qualcosa di vivo che può commuovere divertire attrarre.
Il “Non so che” secondo il filosofo lo si scopre quando per la persona è possibile giudicare un manufatto estetico ma non riusce a motivare con ragione il giudizio. Stai cominciando a capire, Claudio, quanto ciò riguarda anche noi due impegnati in questo traffico fotografico?
Proseguo e termino. Ricorrendo Leibniz alla questione del motivare con ragione un giudizio, a volte impossibile tale da ricorrere a che nell’opera ci sia “un certo non so che” viene pari pari dal suo Principio di Ragion Sufficiente. Che non sto a spiegarti. Ti basti sapere che in esso “nulla avviene senza ragione senza causa”. Spero tu abbia capito come ciò ci riguardi.
Ti vedo perplesso. Allora sintetizzo. La foto dovrà avere quel “certo non so che” per noi che la guardiamo e se mai qualcuno altro, ma non ora, la vedesse.
Quel “certo non so che” riguarda pure me moglie verso te: e cioè so che il nostro legame è qualcosa di bello ma non so “spiegarmene la ragione”; anche perché a lato su ogni punto morale etico politico siamo in disaccordo.
Probabile ciò, come uno specchio, sia per te lo stesso. E allora Claudio?
Risposta facile. Se “nulla avviene senza ragione e senza causa” vorrà dire che c’è una “ragione”, per noi due attualmente e da tempo inspiegabile, per cui ci amiamo stiamo assieme ci attraiamo.
Per converso potrebbe in futuro manifestarsi una “ragione” una “causa” spingendoci alla separazione.
Fila il ragionamento? Scatta fotografo senza magnificare la tua maestra di scuola elementare filosofa. Per farti sorridere sappi che a breve ricorreremo, in Arcadia boschiva, alla ragione e causa a quel certo non so che fa montare il desiderio di amarci sulle foglie.
... CONTINUA