PREFAZIONE A SCHEGGIA
"Imbecillità con morte" è una scommessa narrativa e disegnata - aperta al corredo sonoro - che si è impennata e nutrita di decennio in decennio: 1973, 1983,1993, 2003, 2013. Nel senso che ogni decennio ne ho aggiunto e curato un tassello. Senza mai darle forma definita. Ora L'Imbecillità, escludendo per il momento la Morte, sia del protagonista, che non sono io, Bensì Covato Poco, sia dell'autore che son io, conto di concluderla. La voce femminile appartiene a Salata.
Claudio Di Scalzo
Imbecillità con Morte - IV
LEGNO E SEDIA PER COVATO POCO E SALATA
Vi parla Salata Salatino
che rosicchiò il legno mendace,
scarto d'un falegname di sedie sbilenche
per tavoli zoppi.
Nessun viaggio per mare
- pure il Covaticchio col tic poetico infantile l'ha capito -
nessun naufragio fra schiume
e tempesta.
Solo rametti tristi tremanti
di fronte a gelidi scalpelli.
Bugiardo il legnetto
affamata io Salata Salatino
(di trucioli e gialla farina)
ingoiamo entrambi i rimpianti
d'epocali avventure mancate
provando a sottrarre alla fiamma
l'ultima speranza - gloria bucherellata -
d'esser ingredienti per fenomenale incantesimo
dispersi nel gran turbinio d'un ridente destino. Ma sarà alpino o marino?
Nel Labirinto delle Tarme - ricavato dalla tasca del tuo cappottino rosso, di Salata, nella sagra della primavera sul Serchio - vedrò ancora meglio il dipanarsi di questa storia tragica e umoristica che tra interruzioni e nascondimenti è iniziata per me da Bambino. Sopra una sedia, di buon legno, dove recitavo a forza poesie imparate a memoria. E forse ancora prima.
Si piange e si ride nel cascinale di Marina di Vecchiano. In questa fandonia di fantasmi. Saluto, m’inchino, sillabo: vostro Covato Poco vi ringrazia per gli applausi. Applaudite anche Salata, la mia salatina pallida. E se la nostra imbecillità che porterà alla morte v'ha divertito, tornate!