Claudio Di Scalzo
STESSA SCHIUMA PER STESSA NAVIGAZIONE
onde lavano lo scafo viola flauti trombe tamburi sembrano arpioni
nell’aria sottile la caccia a Moby Dick suda grasso sui baffi dei marinai
sia eterna la profondità del sangue, grida qualcuno
curve schiene contro le monete del guadagno carico di fischio mortale
mani tirano la sorte limano il corpo d’acciaio dell’arma
cavalcano l’effimero guscio della barca e mugulano l’addio
alla vita – ogni volta che stringo l’arpione nel pugno sento la sapienza
di chi l’impugnò destinato a musicare con le costole sul fondo marino
l’insània sua imbelle – con la gamba d’osso di Ahab si pulirà la dentiera
maledetta Moby Dick! il bianco inganna e monda il mondo di noi marinai
uomini dappoco corteggiatori infidi sepolti vivi nella rabbia
del Capitano leggenda nata dal ghiaccio d’una religione
che ha per tabernacolo la nave ch’affonda – con noi tutti. Meno uno.