Piccolo Accio e Accio Billy che galoppano nella loro ultima avventura - cercano Aglaia Melò -
in fuga dalla pistola-feticismo-poetico-alienante di Pat Garret
Claudio Di Scalzo
ACCIO BILLY THE KID
AL SALOON DELLE ESTETICHE ARTI POETICHE
1
Mio padre, l'ex partigiano Libertario detto Lalo, aveva un camion e un'agraria e quindi lavorava nella campagna scambiandosi con i contadini della Val di Serchio e della Val d'Arno e della Lucchesia. E quando caricava il camion con balle di granoturco o grano con altri sementi, fieno, scatole di prodotti e così via, c'era sempre un fattore un direttore delle aziende agricole che gli suggeriva come caricare meglio il pianale e il camion Om 42. Con più ordine, logica, migliore anche estetica, senza sporgenze, con più balle caricate, anche meglio per evitare multe e perdita di materiale. E mio padre rispondeva così: il camion è di mia proprietà, quanto carico ve l'ho pagato il giusto prezzo, e se permette lo carico come pare a me. E magari ogni volta diversamente. Perché ho voglia di fare così. Il fattore si zittiva scuoteva la testa e se ne andava. Oppure diceva caro Lalo se vuoi fare diverso a tutti gli altri fai pure. Sapendo molto di carichi spostamenti e gestione materiale volevo insegnarti qualcosa perché riuscisse meglio il tuo lavoro. Al che mio padre diceva: al mio lavoro come possa esser meglio o peggio lo decido io e non te. E poi a me garba fare come mi pare e come ne ho voglia. E non mi garba essere comandato da nessuno nel mio lavoro di camionista. Il fattore arrossiva e andava via. Irritato. A volte usando male parole. Spesso Lalo perdeva le commisssioni dei fattori vendicativi e tra gli stessi camionisti dicevano che con le sue idee rovinava la piazza e i rapporti. Coraggiosa anarchica colt! Grande Lalo!
Un giorno saputo che scrivevo e disegnavo, quel giorno Lalo, mi disse: senti Accio Billy the Kid… tu disegni e scrivi e fotografi pure. Ti garberebbe che qualcuno ti spiegasse come si scrive disegna fotografa dandoti dei consigli da seguire e praticare sennò non avrai mai la patente di poeta pittore e fotografo? No!, risposi deciso, avevo sedici anni, quanto è scritto disegnato fotografato è mio e voglio deciderne il destino e lo sviluppo da me. Dunque non vuoi essere governato, instradato, regimentato!? No! babbo, farò come te con i fattori. Mio padre fermo il camion, eravamo sui monti di San Giuliano quelli per cui esistendo i pisani veder Lucca non ponno come scrive Dante nel Canto di Ugolino della Gherardesca, scendemmo, e, guardando la Val di Serchio e la Val d'Arno, mi abbracciò. Vieni qui, fatti abbracciare sei un giovane Libertario. Sono fiero di te. E approvo che tu raggiunga il West e la grande pianura con la tua libera colt.
Intendi Barista di questo Saloon delle Estetiche Arti Poetiche a cosa fui battezzato?! Intendi questa semplice epica che dalla Val di Serchio si è spostata nell'immensa vastità del Missouri? Per me vale più di ogni teoria letteraria di ogni libro! Questo è il Mito a cui sono fedele. Trova i rimandi nel mondo greco o cristiano se hai letto volumi profondi. Io sono ignorante in materia. So soltanto che nel Quarto Reggimento di Bonaventura Durruti questa epica è la regola! la proprietà di se stessi, nella vita reale nelle arti. Non riconosco nessuna Autorità usa a dare accesso al ruolo e al Mestiere di poeta d'artista. Li combatto da una vita! Anche se la pistola di Pat Garret mi cerca, e stavolta, in questo 2017, mi sono salvato perché aiutato dal Piccolo Accio (Clikka:Piccolo Accio e Accio Billy - fumetto esistenziale)
Sul camion Lalo poi mi spiegò che tutto nella società è regimentazione-gerarchia e chi detiene il potere anche il più piccolo vuole ingessarti, potarti, storcerti i rami e le membra per come lui, giardiniere, ha pensato. Sul lavoro nello sfruttamento è così. E i poeti gli scrittori gli artisti che potrebbero ciò evitare cercano questa gabbia sui loro corpi e sentimenti. Per essere riconosciuti poeti scrittori pittori fotografi da qualche gerarchia da qualche critico editore gallerista. Io lo trovo stupido e insensato perdere così la propria libertà. Già lo Stato e le sue strutture tendono a comandarti dalla nascita alla morte negli atti concreti e spirituali e allora perché mai accettare dominio sulla propria creatività? La scelta di noi Colt libere è quella di "essere governati il meno possibile" stando "proprietari" del nostro essere e corpo! Concordai con lui. Quando mi capitarono tra le mani i libri di Bakunin e Cafiero e Durruti seppi che mi aveva divulgato il pensiero più radicale ed estremista dell'ottocento e del novecento. "Né comandare, né essere comandati!", "Ne ho voglia, non ne ho voglia".
Ecco le massime che hanno ispirato tutta la mia biografia. Ed ho usato il "comando", raramente, soltanto per difendere dallo "stravolgimento" la mia vita errabonda nella pianura e quanto avevo in "proprietà" come Accio Billy The Kid (Stirner, proprietà dell'essere s'intenda) e cioè la mia colt, il mio winchester, il mio cavallo e le coperte per dormire nei bivacchi. Poi quanto ho e possiedo è di chi vuole dividere con me l'avventura nei segni e sotto il cielo stellato. O, ancora meglio, la vita quotidiana. Però son sempre stato solo e ora sto con il Piccolo Accio e galoppiamo nella nostra ultima avventura verso una donna chiamata Aglaia-Sara. Appartengo a questa vicenda, a questa leggenda!, caro Barista del Saloon delle Belle Estetiche Arti Poetiche. Non credo si fermerà qui, nel tempo che verrà, qualcuno simile a me e al Piccolo Accio.
... CONTINUA