Sandro Ivo Bartoli
"Se Cherubini a Parigi scrive la Fantasia per piano..."
Foto CDS - Villa Roncioni-PI, 25 VIII 2015
Sandro Ivo Bartoli
SE CHERUBINI A PARIGI SCRIVE
Sono tornato da Vienna a malincuore. Fuori c'è aria di guerra: comandano quelli di Napoleone, e io non ci vado d'accordo. Anche il pubblico mi volta le spalle: il mio “Pimmalione” è andato male alle Tuileries, e io vivo chiuso in casa. Cosa vuoi, sono mode. E sì che Haydn mi ha regalato la partitura della sua “Sinfonia col rullo dei timpani”, Beethoven dice che sono il maggior compositore drammatico vivente... Ma qui non va... Ah, se almeno potessi rivedere la mia Firenze: Santa Croce, il Ponte Vecchio, la mia casa di Via Fiesolana... Mi consolo a scrivere un erbario e la mia musica più intima, quella che scrivo per me, e che non farò sentire a nessuno. Proprio ieri ho finito una “Fantasia” per pianoforte, ma la terrò nel cassetto: i tempi non sono pronti per una musica così, scritta come una pagina di diario. Chissà? Forse, un domani... Luigi Cherubini
Claudio Di Scalzo
SE CHERUBINI SCRIVE DA PARIGI…
Il concerto “Bianchi e Neri Piano Fest” a villa Roncioni del 25 agosto 2015 vira, con un incipit performance di Sandro Ivo Bartoli, nel bianco della biografia immaginaria nel nero della scrittura accostata alla “Fantasia per piano o organo” di Luigi Cherubini. Il pianista è infatti apparso con un candeliere acceso sulla scena e la voce, nascosta, dell’attore Jacopo Bertoni, legge una lettera immaginaria di Cherubini (scritta in una Parigi bonapartista in cui Cherubini si trova a mal partito) ed il pianista mima su di uno scrittoio la scrittura. Terminata la lettura SIB raggiunge il piano e inizia a suonare proprio la “Fantasia” che nella lettera Cherubini confessa come l’unica sua consolazione in quel terribile presente.
Con questa efficace “introduzione” al suo pianismo SIB rivela di saper inventare una cornice transmoderna nei generi. Concedendosi una sorta di avventura minimale nella letteratura, scrivendo la lettera plausibile di Cherubini, nel teatro apparendo con un candeliere, anche metafora del lucore che parola e musica possono portare in un presente italiano che se non è funestato dalle campagne interminabili napoleoniche è pur sempre funestato da varie crisi, spirituali ed economiche, senza fine.
Le foto in successione sono esplicative, forma di narrative-photo, dell’introduzione alla “Fantasia per piano od organo” ricordata.