
cds aprile 2003
Silvae Lo
GEOMETRIA DELLA MOGLIE PER MARITO CHE CHISSÀ SE LA COGLIE.
SU ALBERS E WITTGENSTEIN DEDICATO A CLAUDIO DI SCALZO
CHE SI AFFIDA AL SEGNO ILLOGICO
ESPRESSIONISTA AL COLORE MAOISTA.

Josef Albers
Stamani nella predisposizione di consorte in missione per suggerire al marito altre esperienze: logiche (illogicamente lo amo) di pittura e pensiero, mentre sta dipingendo, fuoricasa, nello studio allestito a Scarpatetti quartiere caratteristico di Sondrio (esclama la facezia: a “Scarpatetti colori coriandoli e confetti”, ed io dovrei apprezzare o sorriderci!) carte e tele di derivazione espressionista oppure stampando foto dove accetto pose osé (e va da sé ch’è una sua bischerata. Inizio ad usare “pisanismi”, brutto segno), scrivo questo tassello in abbinamento Josef Albers e Ludwig Wittgenstein: tanto per fargli intendere, che oltre le sue Muse pensanti del passato, o se altre ne dovessero capitare (lo sospetto lo temo e sommando me ne infischio: mia suocera Nada afferma “meglio perderlo che trovarlo!), pur’io so compulsare estetica in riflessione, seppure alla mia maniera che a lui non servirà, ne sono certa!

Studentessa di Joseph Albers nel riquadro. Omaggio a Silvae Lo.
cds aprile 2003
(30 aprile 2003. Sondrio. Via Beccaria) - Claudio, avendo ben poco da fare stamani, rifiutato il ruolo di cuoca eccelsa, perduta la speranza di recarci sul Lago di Como a pranzo con escursione a Bellagio perché sei a Scarpatetti a pittare o compulsare tastiera, ti scrivo “qualcosina” su come potresti riflettere sul COLORE. Ti metto sui binari di Albers e Wittgenstein. Quest’ultimo col Neopositivismo Logico sai già ch’è un nume tutelare della mia coscienza alpina; su Albers sarà una sorpresa. Se mi controbatti che sul colore materia gesto posizionamento sulla tela moltiplicazione, come già mi hai rammentato, e non ci ho capito nulla, della tua ammirazione per il gruppo francese Support/Surface in collegamento con la rivista anni Settanta (non ero ancora nata!) Tel Quel, si sì lo so tu stavi a Parigi dallo zio bordighista Lenino e io decenni dopo nella provincia montana chiavennasca! Mi sono persa il meglio sembri dirmi!, ti demolisco la roccaforte biografico-estetica dicendoti che raramente ho letto tante corbellerie sulla dialettica la lotta di classe in pittura incorniciata dal maoismo. Cristo santo, questa Kristeva! Ti garba la battuta? Adesso sai chi compulsa la tua biblioteca in salotto nel reparto che chiamo “Santi in Paradiso di Claudio che meritano il riso”. Ma veniamo alla sostanza. Non è Spinoza ma per te spine.
Che svagatezza, mi diverte tantissimo, rimarti! Togli ri e metti a. Se ti innervosisci!
Dedicati a studiare e leggere le riflessioni di Albers sul colore, ti presto “Interaction of color” nella traduzione Guanda, le “osservazioni sui colori” di Wittgenstein, e pure di Goethe “La teoria dei colori”; i libri miei li tengo nella casa in Valchiavenna, tante volte ti stupissi che non sono nella nostra casa in via Beccaria (protetti dall’Illuminismo), perché l’insegnante (ricordalo) e teorico e pittore afferma “ho creato pitture-meditazioni per il XX secolo, dichiarazione un tantino immodesta, riscattata da suo scrivere “Il fine per me è la poesia”.
Se pitturi se scrivi versi anche in questo caso ti servirà Albers.
Albers riflette e si interroga su cosa sia il colore. Sul rapporto effetto fisico ed effetto psichico. La percezione e la soggettività che diventa linguaggio. In modulazione infinita. Ecco che qui s’accosta il viennese Wittgenstein. Che medita sul rapporto tra logica ed esperienza. I codici linguistici e cromatici rapportati all’esperienza psichica.
Funziona metterli a braccetto. Ti fa effetto marito?
Ti informo che se Wittgenstein rifugge da sintesi teoriche, e grandi sistemi, pure il pittore - che dal Bauhaus perseguitato dal nazismo giunge nel North Carolina - ugualmente nega ogni catalogazione in forma “tabellante” del colore. Cioè la natura cromatica raccolta dal quadrato non è mai definitiva ma impossibile da sistematizzare. Perché in essa c’è anche la Crisi. Lo capisci? Procurati un catalogo sulla serie “Omaggio alla Piazza” del pittore, e poi mi dirai.
Ti sono riconoscente se trovi tu il titolo a questa lettera-teoria che sia esemplare sul mio intento. Che potrei continuare se, esso, mi soddisfa.
Quando torni andiamo dai miei genitori e troveremo Pizzoccheri Polenta Bresaola. Tutte ricette che a Pisa sono straniere. Ahimè. Voi mangiate la polenta con le anguille del lago Massaciuccoli-Puccini. Ma si puo?? Selvaggi!