"Silvae Lo gioca col cane di rosso pelo Marte al risveglio nella casa alpina e io la fotografo ad arte".
CDS, giugno 2004
Claudio Di Scalzo detto Accio e Silvae Lo my wife
TENERSI D’OCCHIO. 2004/2024
CON RIFLESSIONE CANINA SULLA MIA ARTE MESSA DA PARTE
-Occhio Claudio che ti tengo d’occhio! quando sei lontano dalle mie mani
-E io ti miro col mio coso umido carezzato
(2004/2024) - Quando Silvae Lo My Wife nuda sul letto della baita alpina carezzando il cane Marte fece questa battuta venata di gelosia verso miei possibili tradimenti del letto coniugale andai in guerra con la Leica fotografandola, leccandola con l’obiettivo a seguito della mia battuta canina. Ambigua nel doppio senso come animale; e poi come fotografo che così vedendola ero mosso ad eccitazione nel cavalletto che reggeva la reflex-sex.
Questo quadretto domestico foto-parola fece la nostra felicità di coppia. Gioia che cola.
E poi, siccome come mi diceva e dice, mia moglie, sono “esagerato!”; la sua bellezza neoclassica-illuminista, insomma si ricordi le natiche del Canova, ingrandii un occhio, anzi due, di maestro rinascimentale, ma non ricordo quale, e scrissi versicoli per ancora divertirla lei e il cane Marte che scodinzolava. Il pitturato tenerla d’occhio feci mio. Usando terminologia poetica da oculista a quella bella vista.
CDS - A Silvae Lo My Wife, 2004. I
I
Ti pupillo in eros brillo tu pianeta Venere con accanto Marte in foto + arte a tutta cornea sei mia non temere corna oltre questa pineta alpina. Sono fedele marito cristallino in corpo ciliare familiare e muscolo. Muscolo retta nella camera superiore a 1200 metri. Nel muscolo retto inferiore nella piana Valtellina.
CDS - A Silvae Lo My Wife, 2004. II
II
Si tu sii corpo ancillare con mia copulare io saria corpo ciliare che prima ti vol fotografare mentre ti fisso in retina-rete con occhio rinascimentale. Silvae Lo nel raggiato mattino freme il cristallino e il nervo-fotottico.