CDS: "L'Olandese Falco ferito" - Tecnica mista su carta - 20 x 30
Io sono un Falco, e anche se ferito mortalmente, resto un Falco. L'Olandese è un falco. L'Olandese Volante fu suo nido. La carabina può uccidere il Falco, la sua ombra scritta, può cancellarla, sembra quasi sia necessario - che questa realtà si disperda - perché la sua entità più profonda si salvi e continui a volare, imprendibile e coraggiosa - il 2 marzo 2017
Robinson Jeffers
FALCHI FERITI
(Traduzione di Margherita Stein per L'Olandese Falco ferito mortalmente)
I
Ala vertebra spezzata dall’incrostata spalla sporge,
la strascica come una bandiera sconfitta il Falco,
non spazierà più nel suo cielo, dovrà vivere nella fame
e nel dolore ultimi giorni: né gatto selvatico né coyote
accorceranno la settimana d’agonia
preferendo prede senza artigli.
Sotto la quercia cespugliosa attende
i piedi zoppicanti della salvazione;
di notte ricorda la libertà
e in sogno vola; l’alba rovina tutto.
Egli è forte e per i forti il dolore è peggio,
peggio la forza mutilata.
Nel giorno cani randagi vengono a tormentarlo
ma da lontano, soltanto la morte liberatrice
gli farà chinare il capo.
Vigile, intrepido, occhi terribili.
Il dio selvaggio del mondo a volte è pietoso
con chi chiede pietà, di rado con i fieri.
Voi, gente di parrocchia, non lo conoscete,
o l’avete scordato; indomabile e feroce,
il Falco lo ricorda; bello e selvaggio,
i falchi e gli uomini morenti lo ricordano.
II
A parte le conseguenze penali, preferirei uccidere
un uomo che un falco; però al grande codirosso
non restava che imposta miseria
l’osso era troppo rotto per risanarsi, l’ala strascicava
sotto gli artigli muovendosi.
Da me fu nutrito per sei settimane, dopo in liberta
lo spinsi, s’aggirò per le colline del promontorio
e nella sera tornò chiedendo la morte,
non come mendicante, negli occhi conservava
l’antica indomita fierezza. Gli feci dono del piombo
nel crepuscolo. Ciò che cadde languido era,
piume quasi di civetta, penne morbide femminee,
ma quello che si librò, il guizzo impetuoso:
gli aironi notturni presso al fiume in piena
strepitarono di paura quando si levò,
prima che fosse del tutto spoglio di realtà.
Robinson Jeffers
HURT HAWKS
I
The broken pillar of the wing jags from the clotted shoulder,
the wing trails like a banner in defeat,
no more to use the sky forever but live with famine
and pain a few days: cat nor coyote
will shorten the week of waiting for death,
there is game without talons.
He stands under the oak-bush an waits
the lame feet of salvations: at night he remembers freedom
and flies in a dream, the dawns ruin it.
He is strong and pain is worse to the strong, incapacity is worse.
The curs of the day come and torment him
At distance, no one but death the redeemer will humble that head,
the intrepid readiness, the terrible eyes.
The wild God of the world is sometimes merciful to those
that ask mercy, not often to the arrogant.
You do not know him, you communal people,
or you have forgotten him;
intemperate and savage, the hawk remembers him;
beautiful and wild, the hawks, and men, that are dying, remember him.
II
I’d sooner, except the penalties, kill a man than hawk;
but the great redtail had nothing left but unable misery
from the bone too shattered for mending,
the wing that trailed under hi talons when he moved.
We had fed him six weeks, I gave him freedom,
he wandered over the foreland hill and returned
in the evening, asking for death,
not like a beggar, still eyed with the old
implacable arrogance. I gave him the lead gift
in the twilight. What fell was relaxed,
owl-downy, soft feminine feathers; but what
soared: the fierce rush: the night-herons
by the flooded river cried fear at its rising
before it was quite unsheathed from reality.
Margherita Stein
INVITO AD UN FACILE CALCO
Quando strascicherai quanto hai scritto bisognoso di concedere una simbologia all’irrimediabile diventa il Falco della poesia “Hurt hawks” di Jeffers e cerca una carabina per l’ala poetica mortalmente ferita. Carabina come cancellazione.
La “tua traduttrice” c’è in questi momenti. Robinson Jeffers si fidava, come me lucchese e comunista, degli animali crudeli e fieri, delle stagioni perdute, dell’essere umano nello spazio immenso del fallimento.
Margherita Stein, Monaco 2 marzo 2016 per Claudio Di Scalzo detto L'Olandese con immenso affetto e protezione.