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L'Uomo appoggiato al parapetto, sulla Senna, di spalle, conclude l’Impressionismo. ("Uomo appoggiato a un parapetto. L'invalido") Le figure di Seurat si fondano sul pensiero, maturano nell’astrazione intellettuale anche se bagnate di luce divisionistica. C’è dicotomia virtuosa tra come curava la sua imponente barba e il vorticare di ballerine sul palco o sulle sponde del fiume gli immobili bagnanti del Bagno Piero della Francesca. ("La baignade", "La grande Jatte"). Le figure troveranno nel cubismo un approdo che le scheggia nella geometria, la Barbiera Fredda Morte s’occuperà della barba di Seurat, gliela farà crescere a trentatré anni, con la collaborazione di forbice febbre difterite, incolta e selvaggia in una bara. Perché i teschi son liberi nella forma.
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Nel Puntinismo di Seurat, con la collaborazione di Madame Tavolozza, superlativamente scientifica e ben organizzata nel suo camice bianco di zinco dispensatore d’ogni contrasto ed elevazione!, implicita, c’è la vocazione a rendere scientifico ogni rapporto della luce col colore, della forma con lo spazio. C’è una stravagante e insieme seria “medicazione” d’ogni impulso pur mirando al risultato del Circo della Banda che suona della Danza sul palco tra i lazzi e le stelle filanti d’eros. ("Lo Chahut"; "Il circo")
Se ammettiamo che il Divisionismo o Puntinismo sia un culmine dell’Impressionismo sta proprio nella festa la sua eccellente rivelazione: la festa delle forme in pittura si manifesta sguaiatamente dionisiaca e altresì apollineamente a mollo, parecchio nella Senna e sulle sue rive, se il pittore riesce al appellarsi al tragico e al sublime non partendo dall’intuizione, troppo soggetta a scadimenti banalmente naturalistici, dice Seurat alla sua Madame Tavolozza, bensì dall’intelletto. Le figure misticamente ieratiche, anche discretamente stauarie, stanno una volta scombinate a cubi e cerchi alla base del cubismo, alla pari con l'altro padre ingrugnito di Aix-an-Provence: Cézanne. Però la figura elevata sulla tavolozza medicata tiene in sé il simbolo e comincia qui la concezione filosofica-mentale della realtà da sottomettere, perché mentre essa, la realtà la natura a Raincy è tutto quello di cui ho bisogno, muta costantemente la simbologia del nocciolo nella polpa, afferma nei suoi taccuini Seurat, al pari del bianco sulla tavolozza rimane eterna e germinante oltretutto poesia e musica.
... CONTINUA
NOTA
Sara Capei Corti
Autoscatto allo specchio
Il "Piccolo manuale in essere d'arte moderna per Sara Capei Corti", così come altre opere e operette scritte e disegnate, in progress, che a volte, piccole parti pubblico sull'Olandese Volante, esistono perchè hanno come destinataria l'amata musicista perduta. Anche quelle in cui faccio i conti con il mio passato che è stato discretamente avventuroso e folle. Io sono un artista che, come nel medioevo, scrive e inventa per la figura amata che gli porta bene e assoluto. Se Sara non l'avessi incontrata e perduta avrei pensato magari le stesse avventure nei segni ma non le avrei scritte o disegnate.
A questa donna, tanto delicata, dagli occhi scuri, oggi con i capelli cortissimi penitenziali dopo la nostra separazione a Villa malcontenta il 20 novembre 2011, che mi ricordano le ombre e i lucori delle piante sull'argine del fiume Serchio su cui correvo libero e monello; a questa musicista e poetessa che mi è a pari e spesso anche maestra, insegna-insegnava al figlio del camionista la cultura dei classici latini mista alla filologia ed allo splendore dei tropi nei versi con tema la musica barocca e moderna, guardo, ancora, riconoscente.
Semplice vero? L'arte e l'estetica e la vita in letteratura e nel reale esistere di ogni giorno può apparire e manifestarsi anche così. (Mattino del 19 giugno 2012)