Karoline Knabberchen
AVIATRICI III
Dal Diario di Hanna Reitsch
Dov'è il popolo tedesco?, dove si nasconde? Noi non abbiamo nulla da temere. Ho parlato con Himmel: presto il mio incontro col Führer. Non è decoroso temere per la propria vita: lo insegna il nazionalsocialismo a noi figli e padri di questa nazione. Voci sovversive che tentino di gettare discredito sul partito Nazista e sull'opera del Führer erano un male da preventivare. Ogni grande opera agita in sé sostenitori e delatori: sia la nostra intelligenza metro, dentro il fango della guerra. Questa storia delle camere a gas e dei Lager non convince nessuno! Ma voglio sentire Hitler, che ne pensa lui. Per ora mi basta la parola di Himmler. Dal diario di Hanna R.
(Quando Hanna Reitsch atterrò, per così dire, dopo un volo da seimila metri a piombo, splendeva il sole su una luminosa giornata d'ottobre del 1942. Il Messerschmitt 163-B era nella fase di collaudo e nessun pilota dell'esercito tedesco si era arrischiato a spingerlo oltre i suoi limiti: in quota il primo velivolo a reazione vibrava in modo innaturale, ma Hanna Reitsch non obbedì all'ordine dei suoi superiori, e non scese. Così, quando le ali si staccarono e la fusoliera precipitò come un sasso dentro uno stagno, Hanna fu costretta ad un lancio col paracadute. Si fratturò la mascella e la scatola cranica, ma prima di svenire riuscì ad annotare su di un taccuino i difetti fondamentali del Me 163-B)
NOTA FABIO NARDI/CDS
Karoline Knabberchen per l'Otto Marzo 1982 scrisse "Aviatrici", una sorta di cruscotto mimosa in guerra. Ricordando Lidiya Vladimirovna Litvjak, Jacqueline Cochran, Hanna Reitsch: una russa, un'americana, una tedesca. Nelle loro diverse ideologie, biografie, motivazioni. Un trittico esemplare e originale tra tanta retorica e ricerche di visibilità agitando la festa della donna pure in ambito più che della mimosa del simil-lauro bacato.