Karoline Knabberchen
Mugnaio o pittore
(a cura di Claudio Di Scalzo)
John Constable è indeciso se fare il mugnaio, continuando la tradizione famigliare, o partire per Londra e seguire d'istinto il desiderio nato tra le lande dello Suffolk, nelle praterie e i suoi dolci pendii, e le terre ben coltivate.
Abbordò presto la seconda ipotesi, sposando la causa dell'arte (e con lei, una quindicina d'anni dopo, la bella Maria Bucknell, che gli darà ben sette figli, prima di spirare di tisi tra le sue braccia) non senza scontri con il mugnaio padre, che certo non ne approvava le idee da scavezzacollo, parti d'una testa calda, non certo del John che conosceva: il mite, il morigerato.
Era l'inizio del XIX secolo quando si iscrisse, ventiquattrenne, ai corsi di pittura dell'Accademia Reale. Già giovanissimo, John aveva ben chiaro che l'Inghilterra non vantava nessun paesaggista di chiara fama, nessun naturalista della pittura - ad eccezion fatta per Turner, che però batteva strade lontane dalla sua. E fu per lui come unire utile e dilettevole.
In Maria, amatissima compagna di vita, gestava e si concepiva ogni scheggia d'arte ch'egli grattava con mano possente dai sobri paesaggi inglesi. In Maria prendeva corpo l'opera; attraverso di lei veniva al mondo la stessa natura che fuori egli osservava, ma più intima, accresciuta nei toni lievi quasi impercettibili che sfrigolavano in barbagli di calda luce. Pochi tramonti, pochissime albe: John Constable avrà una costanza infinita nel riprodurre le luci meridiane delle brughiere anglosassoni, costanza pari solo a quella del sentimento per sua moglie, e alla sua fedeltà.
Chiaroscuri e penombre fiorivano sullo sfondo di una natura dove nessun dramma si consumava, se non quello appena intuito dentro la sua pittura. Una sorta di panteismo artistico sbalordiva i contemporanei, il cui naso si storceva come sempre si storce dinnanzi a ciò che assai vale - per i posteri ancor più dei contemporanei, se la pittura impressionista a lui guardò con occhio meno severo, e con maggior intelligenza seppe coglierne le velate innovazioni; e se Füssli, dovendosi muovere per andare a vedere una sua tela rappresentante un acquazzone, chiese, non senza simpatica ironia, un ombrello.
La neve di John, così erano conosciuti gli studi sui riflessi dell'acqua e sulla luce; luce e acqua, che poggiavano nei suoi quadri sopra ogni superficie e ivi venivano trattate come parte integrante d'una visione primordiale: ingredienti che tengono assieme l'impasto del suo sentimento infantile dentro lo sguardo della natura; quasi avesse scovato la prova dell'esistenza di Dio in quel luccichio, in quanto di più mite gli elementi affermavano di se stessi.
Poi le sue tele presero a muoversi, a scuotersi di dosso la tranquillità appena vibrata dai chiaroscuri. I cieli si chiusero dentro una silenziosa preghiera: Maria era morta, e lui moltiplicò per sette gli sforzi per mantenere i suoi figli.