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Karoline Knabberchen
IL VALORE MAGICO DELLA PAROLA
Straordinario Florenskij, felice di scrivertene Fabio. Ho letto un libretto suo in francese reagalatomi da un'amica il cui titolo potrei tradurtelo con "Magia valoriale della Parola". Pagine bellissime, dove il pensatore, teologo e scienziato russo, ci parla della vitalità segreta della parola, dove il valore cosiddetto “magico” è dato dalla sacralità stessa del linguaggio, in cui si nasconde il riflesso del Verbo divino, la sua presenza che porta alla “venerazione del nome”.
La tesi centrale del testo di Florenskij (che è pure quella di molti altri filosofi russi di inizio secolo come S. N. Bulgakov e A. A. Losev) afferma che "L’uomo non possiede la parola come un suo tesoro, ma la trova come un dono. Il suo compito è coltivarla, portarla a maturazione, incrementando attraverso la propria energia il deposito da sempre esistente nei termini".
A questo punto si può riconoscere ancor meglio quanto afferma Bulgakov: "Si è acceso il senso e la parola è nata, ecco tutto... Le parole nascono, non è giusto dire che vengono utilizzate, nascono prima di questa o quella utilizzazione, è tutta qui la faccenda".