CDS: "Onde perpetue per Karoline Knabberchen", I - 2012
Support Knabberchen Surface per gli scritti di Karoline Knabberchen
GRECIA PERPETUA IN KAROLINE KNABBERCHEN
La preghiera del Nome, avvolta nel palato come dentro una foglia di palma, arriva a possederti, tant’è che – nel suono perfetto non riprodotto, nel canto silenzioso ininterrotto – l’orante si sveglierà improvvisamente, fattosi prima esso stesso preghiera, e successivamente pregato da Dio.
Ma perché questo avvenga, bisogna permettere a Dio di seppellire il tetto del Duomo di Basilea sotto tonnellate di sterco, come fece Jung dentro una visione nei suoi dodici anni: e comprendere che il pieno è il vuoto, e viceversa. Ovunque vi dicano di cercare Dio, è esattamente all’opposto che bisogna volger la rotta.
“Io so di due uomini che ascendeva al tempio”, scrive Gregorio Nazanzieno: è sempre al secondo che Dio si rivela.
Grecia Perpetua, (da accostare al “Mar Ghiacciato” di Fabio Nardi) sono la scelta narrativo-poetica di me curatore del Canzoniere di KK... d'offrire alla poetessa svizzera, di Guarda, Karoline Knabberchen, suicida alle Lofoten nell’agosto 1984, voce e punto di vista, avanti e indietro la linea della morte, liquida e reale, per raggiungere il fidanzato Fabio Nardi, ormai in età da sessantenne che ancora la venera e la ricorda anche con strazianti sensi di colpa.
La scommessa stilistica qui, è quella di offrire voce, e atti fantamatico-religiosi, a Karoline da un punto di vista totalmente al femminile e con richiami teologici e al mito che io, primo autore Claudio Di Scalzo, scrivo affidandomi al personaggio. Con i dipinti "piegati" secondo la logica del gruppo Support-Surface anni Settanta, si compie il completamento del "Canzoniere di Karoline Knabberchen”, dei suoi libri, in un’opera in progress su sentieri ancora non esplorati.
“A volte la letteratura”, disse una volta Karoline Knabberchen a Fabio Nardi, “è una religione. E cerca chi sappia, salvandosi in essa, anche dopo una vita sciagurata e matta, modularla senza altro intento che viverla, in amore e gioia, interpretando errori e peccati con il timone d’una purezza sempre avuta o ritrovata. E’ il tuo caso, è il mio. A noi due è dato di farlo assieme.”