Claudio Di Scalzo: "Dino" 1, Tempera e china e inchiostro su carta, 1983
Karoline Knabberchen (1959-1984) a Guarda-Engadina nel 1979.
Foto Fabio Nardi
Karoline Knabberchen - 1981
DINO
(mio poeta primo)
Dino ferocia cupezza
Acuto sesto di cattedrale nel ventre di terra
Dino ventosa memoria e spina
Che il cuore rinserra.
Con te sciolto giù giù amo andare
Procedere a zonzo e girovagare
Ubriachi d'ebbrezza nel caldo chiarore di maggio
(Il tuo aprile di oggi è il mio maggio di ieri)
Fu appena uno struscio il nostro conoscersi
Fu eco appena raccolta giù giù nella valle,
Che ti volti ti pare t'abbian chiamato
Ti par di conoscere il nome.
Dino, così come fui nel risvolto di tempo
Il verso celato dell'altro mio vivere
Questo raccolto frutto del tempo,
Ora mi giaccio affranto maturo
Maturato frutto d'inutilità;
L'altro mio viver diceva le cose per come le sono
Le prendeva per come le sono.
Come a dirti la vita per come la è
Vita e morte per quello che sono.
Tu a Marradi nel guscio di tomba
Nella tomba gheriglio rimugini il mondo.
CDS: "Dino", 2 - 1983