"Karoline Knabberchen a Dinard" - 1984 - Foto Fabio Nardi
Karoline Knabberchen
CANTO DEL VOLTO CELATO D’AMATA AL BIMBO LONTANO
(di KAROLINE KNABBERCHEN)
"Un usignolo canta tra i rami del noce. Il poggio è troppo bello sul cielo troppo azzurro. Il fiume canta bene la sua cantilena. È un'ora che guardo lo spazio laggiù e la strada a mezza costa del poggio che vi conduce." Monte Filetto, 25 settembre (Campana, Canti Orfici)
Andava e veniva il vento in soffice battito/io o tu/ noi o voi/ appesi oltre la sorte di vetro/ nel ventre piatto di dio.
Posavo la testa sul fico caduto a terra/ beccato dal merlo/ dormivano voci/ schiudevano battiti d'ali lungo la croce/ posata del mio corpo
Dove siede l'infanzia?/ se non nel dove del quando ti cibi del vento coperto di spine/ e veloce batte la rotta/ che prima seguisti nel sogno
Tu/ bimbo/ proteso nel fuoco di giochi/ al noce concedi il passo del giorno/ al pino il cuore/ l'anima lunga al melograno
Fiero vitale conduci passi/ e giunchi di baci/ con ombre di nuvole in poppa/ a sospingerti scocca d'anice/ in bocca
Accanto al canneto/ sboccia un fiore d'ambra/ sul volto/ dell'amata ferita a morte/ dal pallido sole d'aprile/ 'dolce dolce dolce dormire'/ cantava la mano sua all'altra
NOTICINA
Caro Fabio a te questo canto, Karoline
Autunno 1981