KK nel viaggio espressionista - Foto Fabio Nardi
Fabio Nardi
PETROUCHKA E KNABBERCHEN IL 20 AGOSTO
La fiamma danza sull’acqua norvegese (vista da qui) nel lutto
del 20 agosto propizio al vapore. Dall’acqua bruciata
il corpo di Karoline danza con Petrouchka
nella bontà provvista di saliva salina
smagliante schiuma popolare.
L’infelice burattino russo
l’infelice saltellante d’Engadina
scherzano su tutto quanto fu
e quanto sarà.
La lucente partitura
di Stravinskij
rende l’anniversario in pura
sonorità di sbattuti stinchi.
Spericolata lucis requiem
s’inabissa risale si fissa
in perigliose scale.
Sul borgo bruno e viola data
inquieta camera della vertigine
vorticante l’ex mutismo mortale
per annegamento. Abisso del tormento
scisso scintillio sonoro.
È questo l’assoluto mio decoro,
dice Karoline, anche nostro tramontato
oro aggiunge Petrouchka.
Tagliente luminostà dei legni
(m’affila e sfila i giorni della mendicità).
Aggressiva asprezza degli ottoni
(sfrangiano le povere bandiere
vestite in parole carnevalesche).
Patina degli archi
(nel sole lampone finnico).
Martellanti svolazzi crepitanti del pianoforte
(vento incide lo scarlatto dell’estate febbraietta
tempo biondo disdetta in me e Petrouchka)
abbracciano la creatura di legno
(galleggia egregiamente)
e la creatura di sabbia svizzera
(si scioglie e raggruma egregiamente)
nella loro inaudità mortale umanità.
L’iridiscente affratella la perdita
in esilio tra Vecchiano e le Lofoten.
Penetra nel presente piagato ente salvato
perché i colori che Stravinskij cresce
avvolgono noi due burattini
ricci d’oceano
che fanno ridere sul palmo
delle mani oranti.
Ma tu Fabio piangi lo stesso
un poco per noi due nel languore
di povere figure d’ogni festa
nella gola del rimpianto
per scene toccanti
ove fummo respinte
dall’acido timbrico del reale
scovolte nel cubismo pallido
d’un balletto di cui tieni l’esecuzione
ogni anno dissonante al tuo presente.
(VIII 2015)