Karoline Knabberchen (1959-1984) a Marina di Vecchiano nell'agosto 1979
Foto Fabio Nardi
Fabio Nardi
IL MISTERO DI KAROLINE KNABBERCHEN. LETTERA A SARA CARDELLINO
Agosto 2022
Sul mistero di Karoline Knabberchen, cara Sara Cardellino, l’autore Di Scalzo, oltre il romanzo in versi a lei dedicato è sempre stato reticente, e paradossalmente il “Canzoniere di Karoline Knabberchen", diviene, è, nel suo simbolismo, nelle sue strutture, in molteplici libri, di immaginario e intreccio: Verità; mentre alcune episodiche confidenze, dell’autore, metti con petulanti interessati addetti ai lavori, sono state “finzioni”.
Perché ti scrivo questo? Bascullante nel ruolo Autore e Doppio?
Perché ciò sta nelle risorse di un personaggio, come me, Fabio Nardi, che scrive a un altro personaggio come Sara Cardellino mentre dietro a te c’è la musicista reale a volte in poesia con l’ale. Rima facile.
Poi è estate, e in estate muore ad agosto, il 20, suicida, nel 1984 all’isola Isola di Austvågøy Lofoten Norvegia, Karoline Knabberchen. La mia fidanzata. Alla quale son rimasto fedele. Anche in castità da allora.
Dunque l’estate agostana stagione adatta per scriverti una lettera, bianca, pallida, che si sfrangia sulle onde del mare poco lontano da qui, a Marina di Vecchiano, avanti e indietro nell’infinità di rimandi: mentre tu, ancora dormi, dormi al primo piano del cascinale e io sto sul terrazzo nell'alba. Perché questo cascinale è anche la mia casa: oltre che quella dell'uomo al quale sei legata con soprannome che dice tutto.
Continuo a secondare l’alta marea rivelatrice. Ma lascio la parola a lui.
Fino a quando Sara Cardellino, da me tornata, da Claudio detto Accio (clikka) il 9 aprile 2017, non è stata davanti all’autore nel cascinale vecchianese - tra tele accatastate e armadi custodenti reliquie della Ranocchietta elevetica, nelle soffitte, soltanto il Cardellino lì è potuta salire e aprire i quaderni manoscritti - la verità sull’osmosi tra biografia, letteratura, personaggio, e scrittore che mi capitò di vivere e soffrire, non l’avevo mai confessata: intera. E non su aspetti marginali bensì sulla biografia della venticinquenne suicida, giovane realmente esistita, con il soprannome “Ranocchietta” saltellante, da Knabberchen, dal reale cognome accanto al nome da anagrafe. Esistenza che sorride da alcune foto, salvatisi, di quelle che scattai e che la madre Gerda Zweifel distrusse assieme al laboratorio di Guarda in Engadina, dopo la tragedia. Immagini di un volto, di un corpo poetico, che se era affettuosamente “Ranocchietta”, per certo il bacio dell’Engadina celeste, l’aveva trasformata in principessa, di una bellezza fine e delicata, insidiata dalla tosse e da demoni spirituali che nessuna psicoanalisi poteva domare.
Testa pendente bionda sul lago profondità sonda - Lago di Como
(Di ritorno dall'Engadina, 1983) - Foto Fabio Nardi
Riprendo io Nardi il filo del discorso.
Il Canzoniere di Karoline Knabberchen è – uso un’immagine cruda – respirazione bocca a bocca con l’annegata che l’autore, Di Scalzo, preda del senso di colpa ha scritto senza che la fidanzata potesse salvarsi o tornare se non fantasma, pure di scrittura e voci; senza che l’uomo potesse a sua volta salvarsi da una condotta a volte miseranda, contorta, colma di malintesi, anche sul rapporto vita e letteratura: di cui intera, e io come personaggio posso ben scriverlo, porta responsabilità. Non poteva salvarsi dalla sua scemenza, dai suoi limiti. Almeno fino a quando non giunge, per la seconda volta nella sua esistenza, dopo 5 anni e 5 mesi di separazione, tu: Sara Cardellino.
M’intenerisco a pensare che tu, Sara Cardellino, esisti come personaggio e donna reale veneziana nell’equilibrio perfetto dell’amore perché scoprendo la verità, tutta, della biografia di Claudio Di Scalzo e di me doppio-personaggio Fabio Nardi, del dramma inanellante drammi in un vissuto difficile fin dalla nascita, dall’infanzia, esemplificato dal “Bambino sulla sedia” che recita poesia a forza e dal Monello Accio sull’argine del Serchio da tanti scacciato, tu abbia scelto di consolare nella cura scritta e nelle segrete confidenze l’autore tanto che, con me e te, Karoline Knabberchen ancora riceve, certo che contraccambia da dove è adesso in qualche cielo, un amore assoluto e sconvolgente.
Anch’io personaggio, come Fabio Nardi, oggi, Sara Cardellino mia, finalmente, so amare, perché l’ex chierichetto di Don Gino, nuovamente è sospinto, e Claudio con me, dalla tua man, venuta in aiuto!, al Bene, alla scelta salvifica, e assieme guardiamo mentre ci sorride, la Ranocchietta Knabberchen dall’oceano posato sopra un trafiletto sbiadito che documenta, in una stazione di polizia norvegese, la sua morte per suicidio il 20 agosto 1984.
KK felice a Viareggio Luna Park - Foto Fabio Nardi
CLAUDIO DETTO ACCIO E SARA CARDELLINO IN ENGADINA NELL'AGOSTO 2022
NEI LUOGHI DI KAROLINE KNABBERCHEN
Il viaggio mio e di Sara Cardellino, nell’agosto 2022, in Engadina, nel trentottesimo della morte per suicidio, il 20 agosto 1984, all’isola Isola di Austvågøy Lofoten Norvegia, di Karoline Knabberchen, pensando al Canzoniere dedicato a KK, in vita e in morte, nel modello petrarchesco ma contenente ogni genere e tema visuale, iniziato nel 1979 e che ancora si sviluppa, pure con il contributo di Sara Cardellino dal maggio 2009, mi spinge a scrivere alcune tracce per i lettori, e per la mia compagna d’avventura, in questa cura a due di un “Canzoniere” dedicato all’Angelo Svizzero vocata in poesia e filosofia.
Il Canzoniere di Karoline Knabberchen, è un immaginario, per estensioni tematiche, che tiene in sé presupposti speculativi che sono anche carne e sangue, reale, di un’avventura poetologica e narrativa. Romanzo. Il personaggio di Karoline ha il cuore angelico oceanico, e può contenere anche la firma di Sara Cardellino che ne dilata, amorosamente, il battito.
Sara Cardellino scrive un altro lemma, un racconto musicale spesso, di questa partizione, mentre il dicibile prova, attraverso di lei, come attraverso di me, il tentativo di dire l’indicibile.
Nel suo viaggio terrestre, di Karoline Knabberchen, e dà presenza oltre la morte
Karoline ci dona il suo elenco di illusioni e allusioni perché noi si possa comporre l’atto consustanziale alla sua biografia con testi creativi che siano anche recita, preghiera, religione, alchimia di segni-suoni.
L’angolatura prospettica della storia di Karoline Knabberchen morta con il “vedovo” Fabio Nardi, di Sara Cardellino viva con il salvato dall’idiozia Accio, taglia la parola personale perché accolga nella ferita un sistema di immaginario in dialogo con la prosodia, la cadenza, il respiro adatto ai nomi del reale e di quanto lo valica.
La presenza della "ranocchietta" saltellante Knabberchen, noi due, Accio e Cardellino, e con noi Fabio Nardi, la conduciamo nelle pieghe del mondo per danzare ogni rapporto di creazione linguistica come fuoco in-fatuato tra pagina stampata ed elettronica, sperando somigli a fuoco divoratore dei tempi a noi consentiti non spegnendosi. Scriviamo perché la voce di Karoline Knabberchen vinca ogni consumazione. E resti racconto per chi la vorrà incontrare.
L’arditezza si confà a questa scommessa, nostra, con la delicatezza di una giovane donna svizzera, che sostò a Pisa, nei primi anni Ottanta, e nel paese di Vecchiano, e che molto viaggiò nella sua breve esistenza, a volerne raccontare, nei generi più diversi, ogni reale extratestuale per proliferazione di eventi e apparizioni.
Dai rami del bosco a Guarda, dove Karoline nacque, arriva il muschio del tronco che s’affida a un nord perenne, e la fragranza scaldata dal sole autunnale dei rami a Sud. Se immaginate chi scrive che questo tronco abbracciano avrete il rigore circolare costruttivo che ci anima.
Però il poema necessità che il bosco e il tronco e i rami da noi scelti guardino il mare, e noi con loro, l’oceano e il cielo stellato che di esso fa calco nel visibilio di certe notti, perché noi cerchiamo una semantica della forma che sia pura, e il Sacro s’accosta soltanto all’immensità. In questo processo, e ci sentiamo molto antichi, le nostre identità si mischiano ai personaggi, all'intreccio del già scritto a quanto verrà versato nell’abisso concavo dell’immaginario. E le nostre psiche avranno la loro morfologia - spacchiamo il presente nel passato e futuro, invertiamo i tempi - nello sguardo della giovane donna svizzera Karoline che ci guida.
Ogni procedimento artistico diventa, se sposato, un anello da portare al dito indice con cui si scrive; io Claudio detto Accio e Fabio Nardi con Sara Cardellino nel Canzoniere di Karoline Knabberchen ne accettiamo che esso distringa la mano e le ossa e la pelle nella crescita del procedimento artistico perché ogni lacerazione reale abbia legittimazione nella trama iridescente della fascinazione di quanto verrà letto e guardato nell’opera avendo al suo stesso interno la finzione della poesia: perché ogni anello ti consegna a una fede e insieme ti lacera le falangi se mai volessimo staccarlo dall’impegno preso. L’amore per Karoline Knabberchen è per sempre!
La tensione nell’immaginario per Karoline è unificante. Come la paglia tagliata conserva l’oro e la recisione della falce.
Ogni rappresentazione porta con sé l’eterogeneità e sta alla tensione unificante – useremo la dialettica? – estrarre dal caos del “racconto” quanto ha forza detto Mito del Sacro nella vita nella biografia poi morte e quanto vale meno di un’ombra di scodella rimossa vuota dal tavolo.
Sara Cardellino ha raggiunto con Fabio Nardi, un tempo fidanzato di Karoline Knabberchen e con Claudio Di Scalzo detto Accio, in quest’estate 2022, i luoghi in Engadina dove Karoline Knabberchen nacque e visse. Un luogo di nascita può rivelare che quanto sembrava noto nasconde l’ignoto in cerca d’altro nome spazio tempo. L’esperienza stratificata nel viaggio con dedizione al reale un tempo vissuto a quanto ne riverberò in letteratura ed estetica, rivela che il nostro immaginario è sempre affamato di alterità, verso quanto si rivela dedizione, custodia, cura, e anche un gorgo nell’oceano può somigliare ad un fiore che ancora fiorisce nel circolo dell’eternità da depositare dove la pietra parla.
Naso rosso gote rosse in fiabesca svizzera esca
Foto Fabio Nardi
Claudio Di Scalzo
SARA ESSERINO-CARDELLINO E KAROLINE KNABBERCHEN
Il mio incontro con la musicista Sara Esserino, nel Maggio 2009, e lo ritengo qualcosa che attiene alla misterosofia della letteratura e della vita, ha reso possibile quanto da me vaticinato e cercato per decenni, e cioè l'evento che Karoline Knabberchen e gli altri personaggi del suo Canzoniere avessero la possibilità di proseguire la loro avventura, il loro romanzo, nei vari generi, curati da altre mani. Un po' come accade nel feuilleton, per i personaggi di certi romanzi, nei fumetti, nelle serie TV e nel cinema. E che a curarne gli esiti fossero un'autrice che dentro le date canoniche di una nascita in Engadina, a Guarda, il 10 aprile 1959 e di una morte per suicidio alle Lofoten in Norvegia il 20 agosto 1984, potesse "inventare" esiti da me non previsti in materia di sentimenti e rivelazioni. A questo punto il personaggio Sara Esserino/Sara Cardellino è entrata nel LIBRO di KK e Fabio Nardi.
Il "Canzoniere di Karoline Knabberchen" ha corso anche dei pericoli. Basti ricordare che il personaggio Robert Ford ha condotto frammenti del Canzoniere di KK nella scellerata Agenzia della Legge Poetica Pinkerton.
La mia gioia di autore per quanto sta avvenendo in questi ultimi anni attorno alla mia opera più vasta diventata plurale... è immensa. Vale un cielo stellato. In qualsiasi stagione. Ringrazio Sara Cardellino come Autore CDS e come personaggio-doppio Fabio Nardi, con una preghiera rivolta all'angelico che so muove le fila del nostro essere se solo lo cerchiamo. Il mio angelico sta in Karoline Knabberchen e in chi ne ha rispettato e interpretato la figura simbolica. Che ora appartiene anche ad un'altra donna che sa di musica e parola e bene.
Corsa matta nella notte viareggina disfatta - KK fotografata da FN - 1983
PERSONAGGI PRINCIPALI DEL "CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN"
KAROLINE KNABBERCHEN
Poetessa svizzera che studia letteratura e filosofia all’università di Pisa
e che si suicida venticinquenne alle Lofoten, Austvågøy, il 20 agosto 1984
FABIO NARDI
Fidanzato vecchianese di KK e artista fotografo dalla vena eclettica
LIBERTARIO NARDI
Babbo sempre evocato senza tomba fissa
ELVIRA SPINELLI
Madre di Fabio, sarta in ogni luogo apprensiva
ETEOCLE SPINELLI
Nonna di Fabio
ANDRI KNABBERCHEN
Padre dei pomeriggi in barca
GERDA ZWEIFEL
Madre severa, signora degli incubi
RUT ZWEIFEL
Nonna dei garofani rosa
UGO SENTITO
Filosofo misteriosofico
SULL’OLANDESE VOLANTE ALCUNI CAPITOLI
DEL CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN
CLIKKA
Karoline Knabberchen
Karoline Knabberchen - Innocenza tua e mia
Karoline Knabberchen ammalata
Libro perduto di KK
PIANO DELL'OPERA
KAROLINE KNABBERCHEN. CANZONIERE D’AMORE IN VITA
Libro-Introduzione
"Le età dell'angelo svizzero Karoline Knabberchen - Diario Bagnato"
La freccia di sabbia. Libro Primo. Due tomi.
Due piante nel nocciolo. Libro Secondo.
Bave. Viaggiatori da Biblioteca.
Ornitologia vecchianese ed engadinese per KK. Libro Terzo. Due tomi. Libro Terzo.
Quaderno illustrato vecchianese. Libro Quarto.
Viaggio intorno a un volto. Libro Quinto. Due tomi.
Spuma sulla carrucola in risalita. Libro Sesto.
Anello Rovente. Libro settimo.
KAROLINE KNABBERCHEN. CANZONIERE D’AMORE IN MORTE
Il verso annuale della ranocchia. Fiabe del camino. Telegrammi sott’acqua. Candele spente. Libro Ottavo.
Come apparve la morte a Karoline Knabberchen. Karoline disegna. Libro Nono.
Filosofia da baita. Proiezioni musicali. Libro Decimo.
Tavolozza per Gaudio e Requiem. Cardiodramma. Libro Undicesimo
Fabio Nardi - Karoline Knabberchen. Epistolario. Lettere. Biglietti postali. Cartoline. Libro Dodicesimo
Del “Canzoniere di Karoline Knabberchen” in trentasette anni sono stati pubblicati pochi estratti da “La freccia di sabbia”,
“Quaderno illustrato vecchianese”, “Viaggio intorno a un volto”,
“Cardiodramma”, soprattutto sulla rivista poi annuario Tellus, e sporadicamente in mostre collettive di poesia visuale negli anni Ottanta.
CDS cura il racconto illustrato in versi e prosa e fotografia: "Karoline e il fotografo"
Sara Cardellino cura la sezione: Karoline Knabberchen e la musica