Karoline Knabberchen - Foto Fabio Nardi, 1984
Karoline Knabberchen
MANUALISTICI DIALOGHI FILOSOFICI CON FABIO NARDI.
SU SARTRE
Nel QUARANTESIMO DELLA MORTE DI KAROLINE KNABBERCHEN (Guarda Engadina Svizzera, 10 aprile 1959 – 1984, 20 agosto Austvågøy Lofoten Norvegia) pubblicherò sull’OLANDESE VOLANTE, apponendovi titolo come curatore, questa originale opera dialogica nata, nel 1983, dall’idea di Knabberchen di prendere per mano il fidanzato Fabio Nardi, e condurlo verso filosofi utili al loro amore, alle loro responsabilità; anche a timori, a interrogativi ardui.
Ci sono Hussel Heidegger Wittgenstein Jaspers Sartre Weil Lévinas Ricoeur Arendt fino ad autori allora poco letti come Rawl e McIntyre. E quest’ultimo mi darà la possibilità di inventare lo "Strapaesano Telematico" per la mia avventura sul Web iniziata nel 2000.
Rileggere questi dattiloscritti, che ho conservato per quaranta anni, mi dà dolore e sgomento, perché Karoline si suiciderà per annegamento il 20 agosto 1984; eppure io e Fabio Nardi sappiamo che la ritroveremo. Quanto qui curato e accudito, da fogli dispersi, sia preghiera e auspicio: Salvezza. Grazia.
Sara Cardellino mi aiuta in questo compito. A volte si commuove altre sorride a questa ragazza che foto, poche, ci rimandano ventenne e le ultime venticinquenne. Perché è l’incontro con un talento che fu unico. Meteora: ancora passa. Luce che arde ancora e ancora e ancora.
SARTRE - 1983
FABIO: A quanto ho inteso, Karoline, da te dai brani antologici letti, quanto condensa il pensiero di SARTRE è che “l’esistenza precede l’essenza”.
KAROLINE: Che deduzioni ne trai? Dai Fabio non aver timore a parlarmene. Conduci il corpo in ascolto. Fino al pulsare lento della cima dei cipressi che vediamo, nella piana del Serchio. Monte Castello nella tua Vecchiano.
FABIO: Nel cuore dell’essere si cela il Nulla. Fortunati i passeri che scansando i cipressi raggiungono i peri.
KAROLINE: Se quanto affermi lo pensiamo, pure per un attimo, anche questo campagnolo, possiamo provare vertiginosamente “Nausea”.
FABIO: Sì mi sento rimescolare mia guida e maestra bionda. Ma è così. Non c’è niente che determini l’esistenza. Se ho inteso giusto.
KAROLINE: Stando a Sartre, Fabio, non c’è per noi: né Dio né uno spirito: nulla. Assoluto vuoto. Può spaventare anche il sentore di terra umida dopo la repentina pioggia estiva di stanotte.
FABIO: Vuoto... vuoto assoluto. Permettimi rima consolatoria Knabberchen. Da chiedere Aiuto. Lo chiedo a te Ranocchietta bionda elvetica. Sulla terra nel mare in nuoto: come starci?
KAROLINE: Ecco l’appiglio rimatore scherzoso. Quanto è certo, tangibile, è che esistiamo.
FABIO: Allora prima esistiamo, poi scopriamo cos’è la vita. Sono scolaro acuto?
KAROLINE: E che cos’è la vita?
FABIO: Azzardo Libertà?
KAROLINE: Meglio se rispondi: Responsabilità. Se lo accetti non ti sembra che fratture macchie nere ombre nel paesaggio aiutino la nostra filosofia da passeggio?
FABIO: Aiuteranno anche, però, per me sono la stessa cosa. È così?
KAROLINE: Teniamole assieme Libertà e Responsabilità, Fabio. Se non abbiamo nessun fine assegnato, io tu siamo totalmente liberi, responsabilmente, di costruirci volta per volta...
FABIO: Scelta dopo scelta. Anche in Amore. Mi garba mi sento realizzato fringuello.
KAROLINE: Frena alato passeraceo... questa scoperta Libertà ci pone sulle spalle e sterno peso grave a volte insostenibile. Non capisci? Avevi pensato tutto troppo facile. È il tuo spirito vitalistico scherzoso, amore mio.
FABIO: Qual è, dunque, la caratura del peso còre-spalle?
KAROLINE: Se giungiamo a sentirci in colpa anche per esser nati... la nostra Libertà può diventare una prigione.
FABIO: Mi preoccupi. C’è soluzione?
KAROLINE: Non lo so, Fabio. Non lo so! Mi sento quasi male. Sorreggimi. C’è nell’aria una tale densità profumata d’erbe selvatiche che mi fa tossire. E se la Libertà è prigione mi prende voglia di scappare. Fuggire.
FABIO: Karoline ci siamo persi tra i pruni collinari? Sartriani? Tieni questa caramellina. Dovrebbe ammalarsi o presentarsi tale lo studente fuori corso che sono, non la bella professoressa di filosofia. Sorridi sorridi che passa. Accettiamo che non sia possibile fuggire dall’esistenza. Punto.
KAROLINE: Te lo dico sorridendo, poi scendiamo nella piana verso il Campo della Barra. Abbiamo promesso ortaggi a Elvira per il pranzo. Non spaventarti però... un sistema c’è per scappare dall’esistenza!
FABIO: Taci... taci. Ma cosa dici. Era una battuta d’umorismo... vero? Se te ne esci con queste sintesi non dialogo più sui filosofi che mi insegni!