:: Sara Cardellino: Musica per Karoline Knabberchen nel 40° della morte. Kafka-Fragmente di Kurtág
14 Agosto 2024
Karoline Knabberchen
(Guarda Engadina Svizzera 10 aprile 1959
1984 20 agosto Austvågøy Lofoten Norvegia)
Foto Fabio Nardi. 1984
Sara Cardellino
MUSICA PER KAROLINE KNABBERCHEN NEL 40° DELLA MORTE
I KAFKA-FRAGMENTE DI KURTÀG PER K.K.
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Per il Quarantesimo della morte di Karoline Knabberchen, il 20 agosto 2024, s’impone (il giogo della K lo risolvi Claudio nel titolo prima ancora ne scrivessi mentre te ne parlo) il richiamo-ascolto dei 40 Frammenti che György Kurtág, KAFKA-FRAGMENTE, raccolse estraendo parti di diari lettere scritti di vario genere accostandovi suo ciclo musicale per violino e voce soprano. Siamo negli anni 1985 e 1987. Pertanto un anno appena dopo la tragedia di Karoline Knabberchen all’isola Austvågøy delle Lofoten.
Kurtág definisce i brani letti di Kafka colmi di “tristezza e disperazione, di humour e malinconia”; però trovandovi ispirazione musicale. Hanno, secondo me, la stessa caratura, malinconica con sprazzi di ironia, dei frammenti di Karoline Knabberchen, compresi quelli affidati alla “Filosofia da Baita”.
Stordente ascoltare i Kafka-Fragmente avendo nella memoria il lascito kafkiano. Ne sono ancor più turbata, Claudio-Fabio, perché l’assoluta originalità stilistica della scrittura kafkiana, del ciclo di Kurtág, a lato i frammenti esistenzialisti di Kanabberchen, appena rivelati, in elettronica pagina, vanno a perdersi tra migliaia milioni di aforismi massime diaristica occasionale finta scipita, dove non c’è stile estetico né vita reale adatta neppure nella finzione. Sfacelo.
Tu sorridi del mio pudore, e risolvi con la rima adatta, facile e assolutamente vera, “Tanto Karoline sta, irraggiungibile dal banale, nel cielo”
Qui da noi nel cascinale Kafka e Kurtág.
Ci abbracciamo. Ascoltando il primo Frammento lacrimo. Mi baci le ciglia. Sorrido dicendo: “Ecco cosa mi piglia amore mio”. Occhi inteneriti mi fissano mentre rivolta a Claudio-Fabio aggiungo: “Oggi sono un po’ Karoline, vero?”. Allora a inumidirsi son le tue-vostre pupille.