Karoline Knabberchen scrive l'Erbario Minimo Cristologico - 1979
clikka
ERBARIO MINIMO CRISTOLOGICO
Accio
LETTERA A SARA CARDELLINO SULL’ERBARIO CRISTOLOGICO MINIMO
DI KAROLINE KNABBERCHEN IN RIFERIMENTO AL MALE
CHE IL 9 GENNAIO 2017 SFASCERÀ VELATURA ALL’OLANDESE VOLANTE.
Sara Cardellino dopo aver letto alcune pagine manoscritte
di Karoline Knabberchen
sull'Erbario Minimo Cristologico - Agosto 2020 Vecchiano
Sara, mio Cardellino, che, ancora da quando sei tornata il 9 aprile 2017, in questo agosto, e nel 20 del mese, ricorderai con me il 36° anniversario della morte di Karoline Knabberchen (Guarda, Engadina 10 aprile 1959 - 1984 20 agosto isola Austvågøy, Lofoten, Norvegia), ti scrivo dall'abbaino della soffitta dove guardo la notte stellata sulla pianura che va al Serchio, mentre stai dormendo al primo piano nella camera da letto di fortuna ricavata nello studio, perché sto rileggendo l’Erbario Minimo Cristologico di Karoline, che è riapparso, quaderno con pagine strappate, tra le tue mani, mentre nelle soffitte scostavi tele accatastate. Il quaderno bloc notes stava infilato nel telaio d’una tela bianca. Nascondiglio scelto non a caso dall’’Angelo svizzero.
In una parte di queste pagine dedicate al problema del Male in rapporto al Dio onnipotente e alle tradizionali risposte teistiche del cattolicesimo sul Libero Arbitrio che non la soddisfacevano, Knabberchen riporta il pensiero dell’ultimo Schelling contenuto nell’opera “Ricerche filosofiche sull’essenza della libertà umana”. Siamo nel 1809. Da quanto ci ho inteso anche in Dio sta il Male che pure da Dio non è generato. Rileggeremo assieme queste pagine di Karoline e di Schelling che lei tradusse dal tedesco. Quanto stamani sento di doverti scrivere riguarda però il Male come l’ho incontrato, da quando ero umiliato Bambino sulla Sedia e scacciato Accio sull’argine; da quando il male l’ho scoperto nella mia stirpe familiare e genealogica anche nelle ideologie nei rapporti coi genitori; fino all’episodio del 9 gennaio 2017 riguardante l’Olandese Volante. Per come chi volle guidarne la rotta con me poi operò in maniera viziosa: cioè malignamente. Causandone il naufragio. Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova e l’anonimo pittore negli affreschi in Camposanto Vecchio a Pisa, monumenti che hai visitato assieme a me, ne danno efficace rappresentazione. Tu stessa nel Camposanto monumentale mi indicasti la donna che al posto della lingua espone dimenante serpe. Resta da chiedermi come poté questa lingua incantarmi traendomi in inganno. Ma ci tornerò più avanti.
Un episodio eclatante del Male verso me, quello del 9 gennaio 2017, dal quale non mi sarei salvato con le mie sole forze se tu non fossi tornata ad aiutarmi (clikka: Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te). Ma questo Male, se io avessi prestato più attenzione, e meditazione a quanto Karoline Knabberchen mi diceva e leggeva, non avrebbe avuto presenza verso me con questa intensità di sofferenza e probabilmente, qui la colpa errore incapacità - che sopporta Fabio Nardi da trentasei anni - avrei salvato l’Angelo Engadinese.
Il Male che condusse L’Olandese Volante sugli scogli il 9 gennaio 2017 - che si andrà ripetendo chissà dove in altre forme e linguaggio di seduzione cambiato il contesto - attiene al disordine, alla tenebra intellettuale enfatica, al caos, alla recita nevrotica, alla volontà irrazionale che si manifesta superficiale e quindi intrisa di stupidità seppure aspiri ad apparire colta.
Però questo Male che trovò nell’estetica la sua germinazione accadde verso me perché non avevo posto nel rilievo adatto il Bene per scansarlo, per difendermene, capirlo quando si manifestava sollecito, nella rotta del veliero, verso me nella forma della dedizione della complicità financo nella declinazione amorosa.
C’è dunque in quello, di tanto, che ho scritto disegnato fotografato un nocciolo dove il Male può appiccicarsi nutrirsene e mischiare la mia vocazione al Bene all’Amore assoluto, anche verso Dio, fino a intorbidirla?
Ho usato il Libero Arbitrio negli anni della mia fiduciosa vocazione anarcocristiana navigando in rete con il veliero che rimandava a Wagner finendo per allontanarmi dalla Grazia?
L’unica certezza è che tu sei Senta. Sara. Che son dovuto morire e rinascere per ascoltare altro suono parola via dal caos nel quale mi ero ficcato. Ma la prima Senta fu Karoline Knabberchen nella mia vita. Tu a lei al suo magistero di guida mi riporti e ne prosegui verso me, paziente, la protezione.
Se c’è commistione di male col bene di errore con verità in quanto scrissi in tanti anni non posso che accettarlo, probabile la letteratura l’estetica necessiti di questo intreccio di abbaglio e autenticità; se pure Dio ne porta segno di questa eccedenza nel suo Assoluto determinare le cose del mondo stando a Schelling; però intendere questa teologia, finalmente, nel suo lucore salvifico, tanto necessaria alla mia esistenza e a quella di Fabio Nardi, tanto nutriente in bene amore per Accio e Cardellino è, veramente, il dono celeste che ci viene da lei: da Karoline Knabberchen mentre opera mediazione col suo quadernetto stropicciato tra il divino e il nostro agire terrestre nel 2020.
Ora ti raggiungo e ti abbraccerò, Sara, mentre dormi e se avverti bagnate le guance sarà la rugiada ch’è gocciolata dalle tegole sul mio volto preteso verso l’oceano. Se le baci, scambiandole per lacrime, avranno in esse il sale delle Lofoten.