Due cigni - Lago di Como, forse - Foto Fabio Nardi, 1983.
Karoline Knabberchen
IL CIGNO MORTO DI RAYMOND RADIGUET
Leggi questa poesia di Radiguet. Chi muore giovane ha queste visioni definitive.
Riesce ad essere drammatico eppure ironico sul mito su quanto è passione con eros.
Sorrido, amandoti e ancor più desiderandoti, al pensiero che possa riguardarti mio cigno fotografo.
All’idea folle che sia stata scritta per la Leda che sono casomai pensassi al suicidio.
Dalle mie piume, mi piace fantasticare, ricaverai non cuscino, bensì pagine da scrivere.
Questo è uno scherzo agostano sulla mia pelle bianca
che bianca resta arrossata nelle carezze
di me cigno in accappatoio bianco sulla riva. A te ch'a breve ti tufferai.
Per dirmi dal largo, a me che sto sulla riva, qualcosa di bello
che non intenderò del tutto; io risponderò con qualcosa di intenso
che solo a framemnti intenderai; ma quanto non inteso
sarà poesia mia e tua eterna, e matta, come l’acqua
che dalla sorgente raggiunge sempre il mare.
Oggi il Cigno di Radiguet ti leggo, ti affido, intenderai a metà,
e a metà io la tua risposta, saremo sublimi e sciocchi,
però eternità - anche in noi - in questa maniera si posa.
Esiste qualcosa di più adatto per me e te?
Tua Karoline Knabberchen
traduttrice a Marina di Vecchiano
Addì 18 agosto 1983
RAYMOND RADIGUET
UN CIGNO MORTO
Un cigno morto passa inosservato
In riva al lago tra le spume.
Eccoti vendicata, Leda,
Immagina che un cigno uguale al tuo
Dolce all’orecchio dell’ava,
Al primo canto venne sgozzato.
Delle sue piume è composto il cuscino
Sotto cui Leda abbandonata
Informa del suo abbandono
Il passante che lo sa già.
Transitate, colori, tutto passa,
E bianco resta alla fin fine.
Gli angeli in accappatoio
Sulla sabbia non han lasciato traccia
Del passaggio. E li inquieti
A notte qualche abbaio;
Un calcio d’angelo insegna
Al cane come si mente.
E tu, tristezza mia, cigno
Che ingrasso per il Natale,
Le lacrimose gocce che ti colmano il cuore
Impediscono che il sangue macchi
La sabbia su cui Leda
Si suicidò per un cigno.
Asciugati lacrime e vesti,
Si sta lanciando l’angelo dal trampolino.
UN CYGNE MORT
Un cygne mort ne se remarque
Parmi l’écume au bord du lac.
Léda te voilà bien vangée,
Pense qu’un cygne au tien pareil
D’une aïeule charmant l’oreille
Au premier chant fut égorgé.
Son duvet emplit l’édredon
Sous lequel Léda délaissée
Informe de son abandon
Le passant qui déjà le sait.
Passez, couleurs, puisque tout passe,
À la fin il reste du blanc.
Les anges en peignoir de bain
Sur la sable n’ont laissé trace
De leur passage. Et les dérange
Du chien la nuit quelque aboiement;
Le simple coup de pied d’un ange
Enseigne au chien comme l’on ment.
Et toi, mon cygne, ma tristesse,
Qu’en attendant Noël j’engraisse,
Les larmes dont ton coeur est plein
Empêchement le sang de tacher
Le sable sur lequel Lèda
Pour un cygne se suicida.
Son linge, ses larmes séches,
L’ange s’élance du tremplin.