Fabio Nardi: "Claudio Caspar Di Scalzo contempla la luna I - 26 VII 2015
Claudio Di Scalzo - Fabio Nardi
UOMO CONTEMPLA LA LUNA DI MARINELLA DI SARZANA
(Trittico per il Canzoniere di Karoline Knabberchen - 20 agosto)
Tornata da Londra, cara Chiara Cì, mi hai invitato, in prossimità della data del 20 agosto 2015, trentunesimo della morte di Karoline Knabberchen, a ideare fotografia per la nostra amata ombra elvetica e norvegese. L’invito, per noi due, si raddoppia: e so che come Rina Rètis pure ti rivolgevi al personaggio, e mio doppio?, Fabio Nardi fotografo fidanzato della poetessa e filosofa ranocchietta angelo. Sto già scrivendo e inventando le “Mattonelle Lofoten”, ma capisco che devo dedicare qualcosa che si nutra del paesaggio di Marinella di Sarzana e pure, in narratologia, dell’intreccio di un’opera che dura e cresce da decenni. Mantenendo levità serena e delicata. Perché solo così Karoline apprezzerà.
Sono su di un terrazzo che guarda la casa dove affitto stanze proprio in prossimità della spiaggia. Ho con me la povera digitale Coolpix L29 Nikon. La tecnica delle super reflex non mi interessa. Neppure quando giravo con la F1 e F2 Nikon. Le maestose. Quanto conta è l’occhio che batte sulla pupilla obiettivo per fargli lacrimare non il reale, che sta ovunque in eccesso e ascesso, ma liquida immaginazione. Soltanto così, dice Baudri mio Pard, si può vincere l’universo simulatorio. Ci provo.
La prima fotografia me la scatta di profilo mentre guardo la luna, a me Claudio Di Scalzo, il fotografo Fabio Nardi. Così, alza il mento, che riesco a inquadrare luna bianca e finestra gialla. Ha in mente, di sicuro, due uomini e uomo e donna davanti alla luna o che la contemplano di Caspar David Friedrich. E infatti la fotografia sgranata nelle nuvole nel mare nella casa somiglia alla superficie di un dipinto ad olio, del pittore, che ha retto tanto tempo dall’ottocento in avanti. Si stabilisce poi una dialettica tra la luna circolo bianco e la rettangolare finestra gialla. Dialettica irrealista direbbe Baudri mio Pard. Se il paesaggio nel suo silenzio fantasmagorico, che la digitale permette, fa “vedere” la cosa luna casa mare schiuma, nei termini che l’arte, l’estetica abbinata all’immaginazione, permetteva ai tempi degli sturmer pre-romantici, allora la fotografia rivela una possibile traccia per tornare al sogno perduto. In questo caso all’essenza fondante l’opera breve della poetessa e filosofa Karoline Knabberchen vinta, anche, dal reale che stava mortificando l’essere, già nel 1984, a variante intercambiabile di segno gestito dai media e dalle arti schiavizzate alla tecnica. E la Knabberchen leggeva allora il filosofo Anders ed era spaventata dalle sue conclusioni. A cui il suo Schelling non la mettevano del tutto al riparo.
Fabio Nardi
"Claudio Caspar Di Scalzo contempla la luna II - 26 VII 2015
A questo punto Fabio Nardi accende un lumino che si è procurato nella processione che si è tenuta nel Borgo di Marinella, lo accende, e mi dice volgilo prima al mare e poi alla luna. Che scatto due foto per completare il trittico. Intendo che il lumino si pone in rapporto alla luna alla finestra gialla al rito sacro della preghiera per la suicida Knabberchen. Proviamo tutti e due una vertigine che ci fa flettere i lineamenti, e le braccia, e la fotografia anche questo cattura, perché stiamo tornando a una nostra comune origine. E per un attimo, grazie ai nostri corpi in posa per la fotografia, la ritroviamo.
-Ma com’è che salta fuori questo lumino Fabio?
-Da giorni lo tenevo nello zainetto. Aspettavo l’occasione per usarlo in una fotografia. Stasera il momento è venuto. Il fotografo che a volte sono tenta di portare la cosa, l’oggetto, in un reale che si volga verso l’irreale non per eccesso tecnico bensì per evocare un’altra scena anche drammatica, anche velatamente divertita, che rompa il flusso del dominio del reale. Stasera è successo perché c’è il pittore Friedrich sullo sfondo; guarda Claudio le nuvole se non rimandano ai suoi dipinti, e poi, c’è il personaggio e la vita di Karoline Knabberchen. Ciò fa la differenza. Avrei potuto scattare questa foto con l’arcaico tubo di Niepce e il risultato sarebbe stato lo stesso. Ora se, tu vuoi, puoi aggiungere, anche parole in didascalia. Noi siamo testo e corpi in eterno sacro pretesto.
Fabio Nardi
"Claudio Caspar Di Scalzo contempla la luna III
26 VII 2015
sonora luna nell’illesa finestra della casa ti cali
oscillando assidua - l’instabile notturno inventa
il suo requiem: visione ritmo emozione orla grumo
la preghiera per Karoline Knabberchen di due uomini fedeli.
lumicino il tuo mondo è qui stanotte sulle nostre fronti
ove il dolore si scioglie nel lucore di ritrovate ore.
Ecco qui il Trittico che esiste perché tu Chiara e Rina ce lo avete chiesto