CDS: "Esistenzialista Karoline Cubofuturista" - 17 settembre 2016 -
matita a cera e acrilico
Karoline Knabberchen
QUADERNO DEL MITE INVERNO
(20 agosto 1984 – 20 agosto 2016)
(a cura di Fabio Nardi)
V
DIARIO PRIMO BASILARE FRAMMENTO DEL 1984
(dedica a quello di Kierkegaard del 1844)
Per me il Diario di Kierkegaard del 1844, Fabio, è come un vento giornaliero che indica l’eternità. Se ho il petto sudato me lo asciuga denudandomi ai suoi refoli scossa nel gracile volteggiare della stagione che mi spetta. In queste pagine le sue riflessioni sulla necessità di conoscere la propria esistenza: prima di filosofare ma penso proprio anche prima di scrivere letteratura o fotografare. Mi intendi amore mio?
Oscurità e ovvietà si mischiano in ogni estetica se l’autore parte da qualche formula generale. Finisce per imbrogliare l’altro, gli altri, se stesso-stessa. Vita interiore e conoscenza di se stessi non può essere affidata a qualche categoria: s’abbraccia così la sabbia con un’esultanza da confortevole esilio. Nessuna lacrima poi versata ridarà forma a quanto confessato e scelto in questa condizione. Libri e arti diventano schiuma inutile sopra l’oceano dell’inutile immensità ridotta a scrittoio, tela, camera oscura con acidi. Mio bel fotografo!
Comporre, quasi musicalmente, un proprio comportamento lucido, senza il chiasso del mercato speculativo, verso l’esistenza.. E non in maniera generica come è sempre avvenuto, ma realizzare come siamo composti io e te Fabio e ognuno nominato uomo-donna. Fragranza di pane e raffermo pane nella nostra-propria-di ciascuno irripetibile individualità.
Kierkeegard a me porta questo sciolto manuale nelle sue pagine danesi da noi stessi aperte. In questo viaggio nordico.
Io devo sapere come esisto se voglio darmi a te senza ingannarti. Lo capisci? A che mi serve ogni conoscenza se non so come esisto?
Sono quasi certa che Kierkegaard lascia la fidanzata Regina Olsen, pur amandola all’estremo, proprio perché non conoscendosi temeva di ingannarla!
DIARIO SECONDO BASILARE FRAMMENTO DEL 1984
(ancora dedica a quello di Kierkegaard del 1844)
La vita interiore non la si può vivere in qualche categoria speculativa o estetica, Fabio, credimi, perché essa è altrove, sempre, da dove la si ficca, costringe, usa. È in questo al-di-fuori che bisogna portare, ce ne fosse bisogno, le arti, per capire noi stessi in interiorità e anche, qui azzardo un neologismo, in “amorosità assoluta”. Se questo non mi riesce io non posso che lasciarti amandoti come nessun altro, a parte Cristo, ho amato mai.
...CONTINUA