Maria Barbara Tosatti (1891-1934), poetessa.
Definita allora “Leopardi al femminile”.
Claudio Di Scalzo
KAROLINE KNABBERCHEN LEGGE MARIA BARBARA TOSATTI
Lo vedi attraverso lo sguardo che buca il grigio e verde della carta fotografica: non fu ciò che sentiva, adattò le intenzioni al cristianesimo frivolo, per cui ritentare un battesimo dove confortare la consapevolezza d'esser costola d'un Io più grande, ma meno profondo.
Maria Barbara sfioriva e con lei la sua fede preziosa. La serenità del paradiso non la fece ammalare, ma crebbe convinta d'essersi amputata d'una sua parte.
Caro Fabio,
qui a San Felice sul Panaro, se la nomini, si alzano sguardi dalla dura terra, che a volte trema. Pare l'attendessero uscire dalle crepe aperte durante l'ultima, breve scossa; fargliela piovere invece dall'alto scuote questi emiliani più dell'incertezza di potersi radicare sulla loro terra instabile.
Il vestito che indossa in questa cartolina che ti mando, trovata sulla bancherella del mercato domenicale, lascia scoperta la spalla: ricorda al visitatore distratto dai suoi versi la sensualità incompresa di una donna semplice, che ha tentato di ricoprire la nudità con i fasti di anticaglie in disuso.
Un composto pianto accompagna le sue esequie, in una Roma che la inghiotte e quasi se ne dimentica, il 17 aprile del 1934.
Mi approverebbe, dimmi, la carne bianca che dalla spalla tutto di me fagocita (è la mia o la sua?) per risputarmi intatta da questa parte della fotografia, con in mano poche parole?
"Nella mia vita, quando e come, o morte
entrasti chè ti trovo
omai sicuramente
seduta alla mia mensa, come un forte
ospite inviso?"
Caro Fabio, nelle tue scorribande viareggine hai mai incontrato tanta rassegnata grazia, guardarti con piacere e dolore, tanto da indurti a credere in un bene più profondo?
Non credo. Ma sono certa non approverai queste mie considerazioni.
Mi vorresti sorridente ed eterna, mentre io mi consumo più rapidamente di quanto sia lecito alla mia età.
Tua KK
(San Felice sul Panaro, luglio 1981)
Da “Le età dell’angelo svizzero Karoline Knabberchen”