"Che tipa la Rosa in resinotipia!" - 1974 - Claudio Di Scalzo
Claudio Di Scalzo fotografo
RESINOTIPIA FOTO RESA MIA RETE SINE DIER. 1974
"Facciata in resinotipia pacata" - Foto cds, 1974
Primi anni settanta la sperimentazione canta-canto in me e ne rivelo 50 anni dopo il perché.
Sara Cardellino mi guida al mio vissuto in fotografia. Ch’è stata la passione più “fissata”, eh eh, della mia vita in estetica. O più illustrante? Ci penserò! Dopo le sperimentazioni in GOMMOTIPIA. Ho agguantato una cartella, ma devo trovare una scatola, dove stanno stampe prove connubi metamorfosi di RESINOTIPIA.
Sulla stampa in laboratorio usando resinotipia potevo imporre tracce segni texture che rendevano gli scatti simili ad incisioni marca Odilon Redon sogni, a disegni a carboncino, a fiori carnivori curve Bataille. Scure resinotopie della mia giovinezza parigina e toscaneggiante in pigmenti perturbanti tormenti espressionisti.
Fotografavo la perferia parigina, londinese, pisana. Perché li avevo ricovero in alberghi di mio zio Lenino. Mura abbandonate, case, opifici dismessi, ebbero lunga cura e dita bruciate. Tutto l’opposto della “Polaroidizzazione” in atto e le Reflex sempe più automatiche nei tempi otturazione luce. E contro la diffusione dei laboratori stampanti al posto delle fumose e asfissianti camere oscure.
Ad ogni resinotipia aggiungevo “qualcosa”. Pittura + Parola + Carta Velina. E ciò in Italia non lo faceva nessuno. Usando anche la Fotocopia il cui uso “artistico” aveva preso a diffonderlo Bruno Munari.
Simulazione di un tempo fotografico dismesso. Deformazione nella bidimensione a volte tridimensione Foto-Pittura-Parola. Altra profondità di campo in performance tecnologia gettata, ancora, nelle epifanie dell’istante.
1
"Tre cose pitto-scritte cose" - CDS, 1974.
(Collage fotocopia da foto resinotipia + colore + velina + scrittura)
STACCO ROSA PER QUATTRO
Rosa simile a quella fiorita
nel giardino d’oggi 12 maggio 1974
ma non uguale nella stampata resinotipia
declinata pittura + fotocopia + parola.
“Guardo la rosa con occhio da stagno:
cosa fraseggio nello specchio lo so”
2
"Facciata fotocopiata guarì dalla resinotipia perché pitturata"
Foto cds, 1974
NULLA CASA FRULLA
L’ultima facciata che vide Nicolas De Staël
prima del suicidio ad Antibes. Così la nomino
nel suo bianco lattiginoso resinotipia
oggi 24 luglio 1975 nell’azzurra città
occitana. Il pensiero fotografico
diviene immagine in secondo grado
sul fantasma soggetto teatro della morte
fondale. Sia questo pigmento ricordo
opaco poi colorato con velo
in doratura condotta.
NdC: Nicolas De Staël (San Pietroburgo, 1914 – Antibes, 1955) dipinse paesaggi case facciate mura con una tecnica sul limite dell’astrazione fissando così il suo stile unico.