Aglaia a Firenze
col Maestro delle Onde
Aglaia
CONFESSIONE D'AMOR LASCIANDO FIRENZE E UN TANGO
(Annuario Tellus 30. "Nomi per 4 stagioni. Dall'Illuminismo a Internet. 2009)
Sole dei Lungarni fiorentini sul viso. Porto questo rossore con vanto, davanti a tutti. Adesso che son tornata nella città opaca di luce. Aglaia e il maestro delle Onde nella città dei Medici. Se con la mestizia di Dvorak un mese fa immaginavo giorni senza lui, oggi non riesco a finire un pensiero, un ricordo di noi, perché subito un altro si fa avanti, e si sovrappone. Un bacio sull'altro. Occhi, sguardi obliqui, risa, mani... non posso né voglio trattenere l'assalto delle labbra e degli abbracci che qui, sulla poltrona, in giardino, sul letto, dappertutto, ritorna più violento. Irrinunciabile. Così è, proprio come nei timori tante volte confessati: oggi desidero più che mai il Maestro delle Onde. Così sarà domani e così sarà nei giorni a venire.
Avevo tanta paura che lui non scendesse da quel treno! Prima dell’una ho speso le ore a cercare consolazioni impossibili: cosa avrei fatto lì, sola fra le pietre fiorentine? Non riuscivo a inventarmi alcunché. Sul treno stavo in punta di sedile, quasi sospesa, con la borsa sulle gambe. Mi smarrivo. In tormento fino a Bologna, poi sono apparse le colline e mi è sembrato di respirare... ma il Maestro del Melodramma non viene, non viene. Mi ha dato un appuntamento mancato: so che fa così. Sarà l'ennesima medicina, la più aspra di tutte. Ecco, questo continuavo a ripetermi. E ancora non riuscivo a inventarmi Firenze senza di lui. Puro nulla, di nuovo. Che tortura.
Sono arrivata in anticipo. Venti minuti per camminare senza meta in stazione, per uscire sui gradini, per ritornare dentro e poi fuori... Dove aspettarlo? Dieci minuti, solo dieci minuti al suo arrivo, se arrivo... sarà; e potrò sciogliere questo groppo così fitto. Un pendolo impazzito fra la sinopia del bacio e la spennellata nera dell'assenza.
Sarò Aglaia del tutto. Al binario. Attenderò il Maestro delle Onde (del Melodramma signore) all'inizio del binario, appoggiata a una bacheca degli orari. Scenderanno i passeggeri e lo cercherò con occhi avidi, con occhi tristi. Sarà dolore totale la banchina rimasta vuota. Vivrò tutto, fino in fondo.
Poi ho visto il mio maestro. Ci siamo visti. Il bacio sul polso. Signore del melodramma. Potrei essere la scrittrice più brava, la fotografa più geniale e mai riuscirei a descrivere quell'attimo né la meraviglia di quelli che stavano per nascere. È arrivato. Ha preso quel treno, ha sopportato quel viaggio. È qui. Con me. Siamo assieme. Nella mia mano che lo stringeva c'era gioia incontenibile, emozione, c'era tutta me stessa raggiante, ancor prima di vedere la luce su Santa Maria Novella. Me fremente, me innamorata. Noi vicini. Il contatto bramato, le lettere, i bisbigli, la voglia di sentire la pelle, il calore, il profumo. Tutto condensato nella perfezione dell'incastro, mai conosciuta prima. Combaciamento. Da quegli istanti il giorno ha iniziato a dipanarsi, tra frenesia e lentezza, in un fluttuare leggero e armonico, nella presenza del suo corpo sfiorante il mio, del mio contro il suo: entità senza più confini, confuse, irriconoscibili nei singoli contorni, da cui nasceva una forma nuova, unica e totale. La nostra. Un tango da passeggio. Movenze di sguardi e d’impeccabili gesti. Promesse melodiche.
Ora scrivo di Firenze e del mio Signore del melodramma. Signore del cuore di Aglaia. In rosso danzante. Scriverei per ore, per tutto il tempo che intercorrerà fra questo e un futuro incontro, se mai avverrà. E potrei scrivergli senza smettere. Eternare, sfuggire al minaccioso oblio, perché vedo la parola NOI con fugace apprensione: i cavalieri antichi scompaiono all’improvviso e nel melodramma cercano, come forse è giusto, il tragico e la perdita irrimediabile. Però oggi intarsio sei nel mio cuore. Cuore forte come roccia trasparente cristallo.
Qui siamo all’intesa che ogni veritiero palco d’amore offre ai protagonisti: l'uno di fronte all'altra con questo sentimento che straripa sui prati, tra gli alberi, le case. Che si riversa noncurante e invincibile ovunque. Anche su noi stessi.
Non allento la stretta delle nostre mani. No! serro ancora di più le dita e continuo a cercare labbra e collo e ogni parte dove l’acustica sia piacere infinito. Continuo a sentir scorrere sui fianchi le mani del Maestro delle Onde, afferrarmi con l'impeto del Signore del melodramma,... signore dolce e ardito.
Questo siamo: Amore Assoluto che prende vita, che respira in noi, i soli che gli concedono ossigeno. Amore Assoluto che trova varco cancellando tempo e distanze. Amore Assoluto che chiede dedizione e coraggio.
Non sono capace di interpretare diversamente il nostro quadro, né di muovermi con altri passi in questa danza che non siano quelli di un tango. Perché amo.
CDS/NOTA
AGLAIA (legata al MAESTRO DELLE ONDE/CLAUDIO) è personaggio che rimanda a SARA. Dal 2009 diventa protagonista di un romanzo transmoderno e polifonico a quattro mani. Evocante il melodramma e l'immaginario della musica classica. Aglaia è stata pubblicata sull’Annuario TELLUS 30 “Nomi per 4 stagioni. Dall’Illuminismo a Internet”, 2009. Nella sezione IMMAGINARIO/PESCA WEB dell'OLANDESE VOLANTE appare quanto è cornice visuale, “pescata sul web”, dedicata con didascalie al personaggio di AGLAIA.
I due fotogrammi identici della Chiesa degli Scalzi
a Venezia dove ha inizio il romanzo anche visual-musicale
di Aglaia e del Maestro delle Onde
ben si adattano al rapporto autori/personaggi
AGLAIA IN POESIA SULL'OV