Aglaia
cura Claudio Di Scalzo
IL GIARDINIERE CRUDELE, IL MUSICISTA FOLLE
Due fiabe senza finale, due partiture senza inizio
Coltivava un giardino recintato da siepi fitte e ordinate. Un fazzoletto non molto grande, ma ridente di fiori e di rami, rigoglioso rettangolo che lui stesso, giardiniere, talvolta si fermava a guardare incantato.
C'era un'aiuola più colorata di tutte e in essa cresceva un fiore meraviglioso, di specie assai rara. Era il vanto e la gioia di quel giardiniere. Ad ogni fioritura era una festa. Ma durava poco. Qualcosa nei suoi occhi s'oscurava e, nel guardare quei petali, l'uomo assumeva un'espressione prima d'angoscia, poi tanto crudele da far quasi tremare.
Afferrava la cesoia e tranciava, recideva lo stelo del fiore più bello senza alcuna pietà (...)
Era il musicista più dotato che avessi mai conosciuto. Studente dell'ultimo anno di composizione, il corso più difficile del conservatorio. Scriveva melodie originali e sublimi, e le orchestrava con sapienza di genio. L'orchestra tutta amava eseguirle e in esse s'impegnava con uno slancio che ad altri compositori mai aveva riservato. Ma quell'artista così apprezzato, la sera della prima, si divertiva in un gioco forse un poco perverso. A qualche minuto dall'inizio del concerto si avvicinava al leggio del primo oboe o del primo flauto e cambiava una nota sul loro spartito, una soltanto. In un accordo perfetto inseriva una dissonanza così sgradevole da risultare quasi insopportabile. Per la durata di un quarto o forse anche meno l'insieme sonoro strideva e la magia delle note si velava di nero (...)
Questa sera mi addormento senza il fiore del Giardiniere crudele, senza la musica del Musicista folle. Mi affido per resistere alla notte a due finali di Mendelssohn, immaginando di stare tra fate e folletti nella muschiosa foresta del Sogno o di confondermi nelle brume scozzesi. Però non smetto di credere che stelo petali corolla possano trovare nuovamente la linfa per rinascere più forti. Così la partitura: l'accordo dissonante saprà risolvere presto in cadenza perfetta.
Sogno di una notte di mezza estate, Suite op. 61 - finale XI: “Bei des Feuers mattem Flimmern”
Secondo finale senza inizio
F. Mendelssohn Bartholdy, Sinfonia n. 3, op. 56, “Scozzese” - IV