Aglaia
I GIORNI PASSANO LENTI
AUTOSCENOGRAFIA
2009
I giorni passano. Lenti. Posso dedicare poco tempo alla scrittura, ma anche pochi attimi mi fanno respirare e soccorrono gli affanni. La citta disegnata nella scenografia mi coinvolge, nonostante ogni giardino ritragga pure l'ombra che ho dentro. Guardo le persone, per strada e in bicicletta: mi sembrano gente serena, senza inquietudini, che d'estate si risveglia alla vita con grandi sorrisi. C'è tanto verde e i miei occhi si riposano.
Per L’Autoscenografia “I giorni passano lenti” la ballata del compositore cieco Francesco Landini (1335 circa - 1397) "Fanciull’amor”. Suono puro tensione poetica, dolcezza e mestizia. Raffinata insieme languida postura di me Aglaia Fanciulla in Amore. Mentre m’identifico, in Autoscenografia teatrale, nella melodia.
L'organista strabiliante in San Lorenzo a Firenze, e compositore, inventò uno strumento da lui chiamato "Sirena delle sirene". Del quale non so nulla. Epperò Sirena mi sento, anche Ondina come Rusalka, e tento d'esser la più bella e cercata, dal Maestro delle Onde, che temo "traditor" anco se lui lo nega!
Landini appartiene alla Dolcedo tipica del canto dell’Ars Nova italiana che tendeva a coinvolgere interiormente la sensibilità di chi ascolta. Io ascolto la ballata e colpita guardo oltre la ringhiera giardini e ombre. Lì mi nascondo cieca al giorno a te, Maestro delle Onde, nel giorno.