AGLAIA
AGLAIA SI VESTE E SI SVESTE DA RUSALKA
(lettera della sincera e terribile passione al Maestro delle Onde)
Oggi avrei dovuto aggiungere un altro frammento nell'antologia mia per te di poeti che ebbero destino tragico. Stavo meditando su Orten. Volevo corredarlo di ascolti, così mi sono messa a cercare qualcosa di Dvorak e di Janacek fra i miei dischi. Mi sono rivolta anche all'insidiosa youtube e lì mi sono imbattuta in Rusalka, sempre di Dvorak. Ho ascoltato ancora, ancora turbata il "Canto alla Luna" della protagonista, dato che per me è stata un'opera frequentata, tanto, quando posavo le braccia sui banchi del liceo padovano.
Ho scordato Orten, ho scordato cosa mi aveva portato lì, ho scordato tutto.
Ho cercato il libretto e la traduzione che avevo nascosto impaurita in uno scaffale; e risentito quell'aria per non so nemmeno quante volte. Rusalka è una ninfa, una divinità dell'acqua: sì, l'acqua, di nuovo. Che stravaganti, e terribili?, coincidenze! mio Maestro delle Onde. Il padre di Rusalka è lo Spirito delle Acque. E mette in guardia la figlia dall’innamorarsi del principe.
Ma io parlo e parlo in questa lettera della mia sopita angoscia e tremor d’amore! quando tu già conosci tutto dell'opera e dell'aria. Non ti adombri? Non intuisci il mio rovello? Il principe tradisce Rusalka con un’altra donna, a una festa. E la ninfa che pure aveva rinunciato alla sua voce bellissima per amore dell’uomo amato assiste al di lui tradimento che corteggia un’altra. Che la desidera. Accadrà questo anche a me Maestro delle Onde? Claudio caro? Tu mi tradirai? Oh ambascia. Ecco cosa temevo diciottenne! di amare e di non riuscire a trattenere l’amato! E pure vaticinavo, desideravo!, anche adesso te lo scrivo in empito di sincerità assoluta, che l’amato da me trovato e voluto con tutte le mie forze se mi avesse tradito, desideravo! che avesse a soffrire disperato per la mia assenza, che accettasse persino, da me disperata per il perduto amore diventato vendetta, d’essere baciato e di morire. E sopir così le pene d’amore! Strazio. Pianto in me. Allucinazione settembrina. Così si conclude l’opera. Il melodramma. Rusalka bacia l’innamorato da innamorata e gli dà la morte. Ma perde pur’ella quanto di più importante per il suo cuore avesse mai trovato!
Mi sarai fedele Claudio? Rispondi! Scrivimi! Dimmelo! Sarei così terribile e nefasta, io ninfa padovana da desiderare che tu patissi per un tradimento fino a chiedermi di darti la morte? Ho in me un’ombra nera che potrebbe trasformarmi in nemica del genere umano-poetico che incarni? Io tutta musica, delicatezza, non del tutto terrestre! potrei mai odiarti fino all’estremo se mi tradissi? E’ un mio rovello, lo so! M’incanto, mi proietto in eroine da melodramma abbandonate, tradite, dimenticate come Butterfly. Però Rusalka non subisce e basta! Sta qui tutto il mio rimescolìo mentre ti scrivo.
Ho addirittura pensato che se mi spingo oltre divento una sorta di Medea. Che odia Giasone. La conosci questa tragedia di Euripide? Cherubini ne ricavò un suo melodramma (Clikka: “Aglaia nella Grecia della Medea di Cherubini”). Io non ne sostengo mai la cadenza: sia leggendola che vedendola a teatro! Ma dove sto finendo? Cosa potrai pensare di me?
Oh torno la dolce Aglaia. Perdonami.
Io continuo ad imitare Rusalka nel suo bello del primo atto!, altro non fo! Amor mio pisano! così come continuo con la stesura del mio diario per te e antologia di versi d’amore. E sono Rusalka nel Canto alla Luna, nel frammento a te diretto di oggi 3 giugno, in purezza nobile e mite, anche di domani e d'altri giorni a venire: in quest'aria così dolce, tenera e commovente a te abbracciata sto! E mentre ti scrivo, ora, guida le mie dita sulla tastiera, suggerendomi le parole. E la promessa che mai ti porterò Male amor mio. Mai! Seppur tu dovessi tradirmi. E altra donna stringer al mio posto.
Ti invio il link del Canto alla Luna, se tu volessi ascoltarla con me. Ho scelto, fra le tante, l'interpretazione che più di tutte mi è sembrata intensa e vibrante. Quella di Anna Netrebko.
Forse non perfetta, ma certo quella che più mi ha lasciato il segno e l'emozione. Il canto s’eleva all’aperto. Sotto la luna reale. Poi tornerò a scrivere su Rusalka. Ho in mente un titolo tipo: (clikka) “Per te marinaio sono Rusalka”. In questo modo ricordo la tua natura di uomo col mare vicino.
Rusalka è, nel giugno nostro, un altro nuovo volto di Aglaia: il fascino di moltiplicarsi (o dividersi) in tanti profili mi contagia, come vedi.
E sono le note e i versi di questa dolce ninfa a parlare dandomi il folle coraggio di dirti che rinuncerei alle mussole, ai pizzi e alle sete per il ruvido mantello di Claudio-bandito, per l'unto di cui mi sporcherebbe, per poi lavarmi.
Ho paura del coltello implacabile sui nostri intrecci, non credere! (e il coltello pure compare nell’opera di Dvorak! Nel terzo atto), ma di più soffrirei a non innaffiare questo rigoglio di petali che quasi senza volere è sbocciato davanti ai nostri occhi.
Come sempre t'aspetto Maestro delle Onde
Tua Aglaia in sincerità notturna che quasi la porta a svenire
NOTICINA
Opera in tre atti con musica di Antonín Dvořák (1841-1904) e il libretto di Jaroslav Kvapil (1868-1950); rappresentata per la prima volta a Praga il 31 marzo del 1901. Il nome dell'opera proviene dalla mitologia slava dove Rusalka è uno spirito dell'acqua dei laghi e dei fiumi.
CDS/NOTA
AGLAIA (legata al MAESTRO DELLE ONDE/CLAUDIO) è personaggio che rimanda a SARA. Dal 2009 diventa protagonista di un romanzo transmoderno e polifonico a quattro mani. Evocante il melodramma e l'immaginario della musica classica. Aglaia è stata pubblicata sull’Annuario TELLUS 30 “Nomi per 4 stagioni. Dall’Illuminismo a Internet”, 2009. Nella sezione IMMAGINARIO/PESCA WEB dell'OLANDESE VOLANTE appare quanto è cornice visuale, “pescata sul web”, dedicata con didascalie al personaggio di AGLAIA.
I due fotogrammi identici della Chiesa degli Scalzi
a Venezia dove ha inizio il romanzo anche visual-musicale
di Aglaia e del Maestro delle Onde
ben si adattano al rapporto autore/personaggio
AGLAIA MELÒ