Filosofico Cuoricino sulle alte dune da tener vicino
riflesso nelle lenti sovra di belva denti.
Margherita Stein fotografata da Accio bagnino a Forte dei Marmi.
Claudio Di Scalzo
MARGHERITA STEIN RIVELA COME APPRESI FILOSOFIA
DA LEI DA KNABBERCHEN DA SILVAE LO
Filosofia, correnti d’essa, filosofi, teorie, libri… l’ho avuta accanto ben presto. Quella marxista in casa come da stirpe dei Di Scalzo fin dai libri custoditi da mio nonno Angiolo Di Scalzo e per come ne dialogavo con Daniela Cantelli compagna in Lotta Continua. La filosofia, in seguito trasfusa in avventre nei segni scritti illustrati fotografati, che sta nella Storia della filosofia, ottocento/novecento nelle opere fondanti, nei manuali, l’ho conosciuta vissuta studiata grazie a Margherita Stein, Karoline Knabberchen, Silvae Lo. Ricavandone continuo perturbamento, pure. Perché i mondi filosofici erano e sono in contrasto tra loro. In ciò la Stein, con la sua ironia, finestra sarcastica sul mio vissuto, così la riassunse: “Capisco che scegliere tra diverse filosofie, fra l’altro proposte da tre donne amate, sia per te arduo, direi quasi impossibile. Allora te la sei cavata da furbo maschio senza poi tanto rischio. Intendi la quasi rima, Di Scalzo? A volte abiti l’una casa poi esci e vai nell’altra e nell’altra ancora. Una, quella svizzera, è nel lutto. Lei è assente dall’agosto 1984. Lì stai come in una chiesa. Ne custodisci reliquie. Le hai dedicato ogni risorsa in vita poi in morte. Le altre due case han donne vive e vegete e ancora belle. Lì, per te, la comodità di sposo e volendo con amante. Con acclusi segni suggeriti e operette varie. Anche nel senso di operetta allegra viennese umoristica. Se avrai altre case. Sì, stavolta però dovrà essere non di filosofia bensì di un’estetica a te poco conosciuta: metti la musica. E Schopenhauer sarebbe pure d’accordo.
Inutile aggiungere che Sara Cardellino leggendo questo frammento della Stein approva ogni giudizio. “Mi serve a stare in guardia, quanto scrisse, se entri ancora, e lo vengo a sapere, nelel case citate, me, Claudio detto Accio, non mi vedi piu!”
Margherita Stein dorata Caina. CDS
LETTERA DI MARGHERITA STEIN E SUOI APPUNTI IN FORMA AFORISTICA
“Tu, la filosofia, l’hai appresa da me e da Karoline Knabberchen. Lei per la sua scelta e destino non si è laureata. Io non ho mai pensato di iscrivermi, non ho neppure preso la laurea a lingue in Traduzione. I laureati in filosofia sei tu, con abilitazione all’insegnamento, mai svolto però, per stare nei tecnici e professionali, “al servizio del popolo”?, che scemenza! Accio. Lasciamo perdere! Poi tua moglie, Silvae Lo, laureata in filosofia e pedagogia, impegnata a redimere il popolo valtellinese come maestra, in missione per crescere nella parola illuminista-positivista-neopositivista i liguaggi nelle elementari. Proprio una bella coppia di sposi! Illusi. In ogni caso, Il pessimismo che ti ho in manuale divulgato: Shopenhauer, Hartmann, Nietzche, Stirner, Haidegger; L’idealismo-esistenzialismo di Knabberchen; il neopositivismo di tua moglie con tesi: “Sulla pedagogia nella filosofia del linguaggio e nel neopositivismo logico a partire dal pensiero di M. Schlick nel confronto con letteratura italiana” , il lungo titolo me lo spiattellasti (lucchesimo proverbiale) sul tavolo del secondo addio, dopo quello che mi desti per Karoline Knabberchen nel 1979, quando mi informasti che ti sposavi con lei. Fulminato dallo scoperto linguaggio di Wittgenstein e soci? Decisamente non ho fortuna di costante accoppiamento nel tempo con te!
L’ampio stralcio, di lettera, informano sulla “crudeltà” della Stein verso me e tutti e tutte. Ma assieme a certe lettere custodite ho qualcosa, secondo me, di più prezioso: e cioè Frammenti in forma aforistica o di battuta o considerazioni poco morali sulla filosofia di chi si discostava dagli autori da lei prescelti maestri. Ai frammenti ho dato i titoli. Nel primo che pubblico, e allora emergeva, era il 2000, la Rete con i blog e siti vari. Emblematiche le considerazioni di Margherita Stein per quanto da decenni e oggi avviene sui social, nel settore che riguarda letterati, filosofi, poeti, su Facebook, Instagram, X, Tik-Tok. Usando il punto di vista del suo amato Schopenhauer.
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BIOGRAFIA E AUTOBIOGRAFIA DIFFUSA. FEBBRI NARCISISTE E FUSA.
La prateria-web che adombri come avvenura in libertà verso qualche Ovest libertario da inventare nelle estetiche, è una sciocchezza; ancor più se rimaniamo nella poesia e letteratura, ma stringiamo ancor più al Diario alla Biografia alla narrazione con l’io in visibil’IO, da quando scopro in questo novello Duemila, e anche nei siti che hai la sventatezza di nominarli inventati, come cavalcatura o carro verso la Frontiera?, sono particella d’uno Strumento di Produzione e il Mezzo di Produzione, uso la tua terminologia marxista classica, non ne possiedi un’unghia. Sei né più né meno che il filatore al nuovo telaio meccanico nelle fabbriche londinesi, La condizione dell’operaio Accio?, direbbe Engels!; scrivi scrivi illustra illustra tanto il plusvalore va ai “padroni telematici” e a te stipendio di magra visibilità! Sei contento? Fra l’altro cosa produci sui blog siti, alla Tellusfolio, e sui social emergenti Facebook? Diario rima letterario! Ora tendo a smontare questo tuo procedere con esempi. Spero li ricordi. E con te i tuoi simili. Son già centinaia e centinaia. Poeti e letetrati.
Nietzsche prese a scrivere biografia fin da giovanotto. Goethe giunse a stipendiare un segretario che annotasse tutto quello che lasciava per via orale; Wagner ebbe gioia dal matrimonio con la sposa che annotava ognidì gli avvenimenti della sua vita. Mi fermo qui. Se tu non sei l’amante della testa di cavallo torinese; e neppure l’autore del Parsifal; manco la firma sul Faust; anche gli altri pallidi autobiografi di sé stessi e biografi di lor poematiche son qualcosa di paragonabile al Filosofo Compositore Poeta-Scrittore. Allora perché lo fanno? Lo fai? Pensaci. Operata la Diagnosi s’impone la Cura. Fossi in te imiterei Schopenhauer che in qualche paginetta di curriculm fra l’altro in latino spedita all’Università di Berlino se la cavò egregiamente. E poi fine. Col Diario. Pensaci. Ma siccome ci rimarrai male malissimo leggendomi. Ti conosco Claudio! Conosco il mio Gallo. Io Gallina regina! Eh eh. Schopenhauer scrisse che non aveva necessità di autobiografarsi perché stava tutto nei suoi libri di filosofia. Spero tu completi il tuo i tuoi, libri, tutti dedicati a figure femminili. Ci sono anch’io. E poi che sia Nirvana… e finita ogni estetica pena! Scritto ciò… facile capire, leggendomi, che sei l’uomo che amo. Da una vita. E a scrivere biografia dovrei esser io sentendo che bussa menopausa.
CONTINUA...