
Margherita Stein dita in dialettica atea religiosa, I
Foto CDS (1979 o 1980)
Margherita Stein
ATEISMO E FEDE COME A-LATO DEL CARATTERE
FOTO CLAUDIO DI SCALZO

Margherita Stein dita in dialettica atea religiosa, II
Foto CDS (1979 o 1980)
PREFAZIONE/CDS/GIUGNO 2025
Per corredare questo testo di Margherita Stein (1960), che m’inquietò parecchio, la cui data posso situarla a fine anni Settanta quando provocatoriamente e in contrasto polemico con Karoline Knabberchen (1959-1984) mi stilava il suo ateismo nichilista, mi ingegnai in camera oscura dannatamente. Da una fotografia-posa sulla spiaggia di Forte dei Marmi che velocemente scattai in due esemplari identici di negativo impugnando la NIKON F2 (provvista di motore MF-1 con Power Battery consentiva di scattare fino a 250 foto senza ricaricare), operai una sperimentazione in due atti, dopo, in camera oscura. La pellicola usata si chiamava Agfacontour e veniva usata soprattutto per le fotografie astronomiche. Essa registrava a seconda del modo d’impiego la differenza fra due diverse luminosità di un medesimo soggetto in maniera d’assoluto contrasto.
Ciò allora per me era sperimentazione. Divertimento. Perché la foto a colori, tradizionale, con altra pellicola, mi dava una Margherita Stein del tutto riconoscibile nella sua bellezza estiva.
Oggi, 2025, giugno, è evidente che tali “sperimentazioni” si ottengono, senza spesa fra l’altro, usando il proprio iPhone o reflex digitale con il più semplice dei programmi fotografici. Ma c’è un’altra conseguenza: Tutto lo sperimentalismo estetico anni Sessanta-Settanta oggi appare antiquato e superato dalla nuova tecnologia. Tempo e segni inutili. Probabile, come in questo caso, a reggere la fotografia ri-modellata sia proprio la parola, il testo di Margherita Stein (Con la sua giovine età, e dopo aver scritto in questa maniera, battezzava gli aspiranti accademici maschi come "impotenti segaioli". Knabberchen che da un versante opposto le stava a pari o addirittura la superava definiva elegantemente chi filosofava in università sia docenti che ricercatori, spesso marxisti per interesse accademico, come "dogmatici ossificati" NdC). Che può tranquillamente fare a meno della mia fotografia. Insomma, è una battuta, credere nella PAROLA un po’ meno quando essa diventa IMMAGINE elaborata. A lato di ciò, DIARIO di una complicità DONNA-UOMO, ch’è giusto custodire. Trovando d’accordo pure SARA CARDELLINO, su questo mio scrivere-dire.

"Margherita Stein sulla battigia con ombra Bataille"
Foto CDS (1979 o 1980)
ATEISMO E FEDE COME A-LATO DEL CARATTERE
Si vuole predicare l’ateismo? O si crede che un mondo ateo potrebbe apparire migliore di un mondo teista? Certo non si può dire a priori che un mondo senza Dio sarebbe senz’altro peggio. Di fatto voler impedire la diffusione dell’ateismo o, all’opposto, voler sradicare lo spirito religioso sono posizioni pratiche entrambe teologicamente segnate e, quel ch'è peggio, entrambe foriere di terrificanti sviluppi. In realtà non si sceglie di essere atei o credenti, ci si ritrova tali. Si tratta sempre di qualcosa che appartiene alla propria costituzione corporale a un fattore destinale, dipende dal modo in cui il fascio di sinuosità nel cervello si è aggregato; alle bizze della genealogia; secondo l’ordine del caso: lato del carattere, la religiosità o l’anti-religiosità, come essere irascibile, flemmatico, o fantasioso.
Scrivo sulla fede e sulla non fede. Ma se raggiungo il cimitero Monumentale di Lucca, dove sono sepolti miei parenti ramo paterno, mi chiedo se la fede non sia quanto alita ciò che di tanta vita sarà pur rimasto: sparse ossa, ceneri di esperienze, vertigini mentali ed esperenziali... All’improvviso ascolto quello che sembra un accordo di chitarra per danza. Penso mi stia immaginando una danza macabra con qualche solfeggio tanto per scaldare l’immaginazione; invece un ragazzo sta proprio suonando la chitarra sulla tomba della fidanzata morta in incidente stradale. Lui si è salvato; pure la chitarra stonata, mi ha detto il becchino, ghignando.
Credere o non credere cosa conta se uno vuole farsi ferire per sempre dal lutto?