Karoline Knabberchen (1959-1984) scherza sulla sua dichiarata isteria
Guarda - Engadina - Inverno 1982 - Foto Fabio Nardi
Karoline Knabberchen
IL SEGRETO PIÙ GRANDE
(da Spille di filosofia)
Non esiste parola assoluta, parola il cui significato sia incondizionatamente dato una volta per tutte. Eppure niente è anteriore alla parola rivelata. Sicché la rivelazione è un’originaria incertezza, una doppiezza ricca di tranelli, una mezza verità. Questo perché non esistono che verità incompiute e indefinitamente perfettibili. Ebbene, questo compito infinito spetta all’essere umano. Certo, per il singolo, nel frattempo c’è il rischio di perdersi. Ma dall’altro lato non c’è chi possa compiacersene e nemmeno dolersene. L’altro lato, semplicemente, è vuoto.
Come chiamare questa felce nell’acqua e la luce verde che me la rovescia sulla pagina? Ora la mia sera è invasa – o devo ammettere liberata? – dal soffio d’una parola che non conosco. Mi guardo nello specchio, assisto al mio passato, e la parola assoluta è data dai miei capelli con quella che sembra felce a pettinarli. Il resto unghie del vuoto. Filosofia da isterica svizzera senza mezzi termini eh eh.