"Karoline Knabberchen nella luce della pisana finestra"
Foto Fabio Nardi - 1979
Karoline Knabberchen
(Guarda Engadina Svizzera 10 aprile 1959
1984 20 agosto Austvågøy Lofoten Norvegia)
Karoline Knabberchen
LA VORAGINE
KANT ALLA VIGILIA DALLA PARTENZA PER PISA. 1978
40° DELLA MORTE
La notte, di tanto in tanto, mi sveglio e, sulla parete in fondo, verso sinistra dove non ci sono finestre, una voragine si apre. Non è sicuro che la veda ogni volta interamente. Ne avverto l’oscura minaccia. Il mattino annuncia una giornata fiacca, fiaccata dai continui risvegli notturni. La voragine ha forma di rettangolo, non irregolare come, poniamo, l’ingresso di una grotta o una parete sfondata. Ora accade che venga con me tutto il santo giorno, viene a colazione, poi nel salotto, quindi nella cantina; la conduco, ciò mi diverte, negli oculi di casa. Scappa da questa geometria. La sera, dopo la preghiera, ormai assuefatta, ricordo con distacco che l’acciaio fonde a mille e duecento gradi e che fu in una notte settembrina che, prima volta, la voragine s'aprì nella camera. Coricandomi, rimboccando le coperte, penso: "E se anche stanotte la voragine volesse aprirsi? Nel sonno sono preda indifesa più che mai. E se l'oculo si trasformasse il loculo per me?" Il letto m'accoglie con un tremito.
Mi consumo l’a priori dell’intuizione sensibile
(spazio e tempo, manualistica)
nel giardino (dove non ci sono cicale,
forse per il clima engadinese
forse perché non ne ricavano
gusto di canto disturbante)
di chi aspira ad avermi come figlia devota
mia madre, il possibile fidanzato come moglie devota!
Se lo sognano! Andrò a Sud, a studiare, a Pisa; a cotanta condizione
mi sommuove Kant con il suo definito Giudizio.
Karoline Knabberchen a Torre del Lago - 1979
Foto Fabio Nardi virata seppia in camera oscura
(Questo frammento diaristico con LA VORAGINE, terribile, brividisco a rileggerlo, non ricordo quando l’ho scritto; il resto, sulla fuga, estate 1978, mesi prima di raggiungere la Facoltà di Filosofia a Pisa. Gennaio 1979. Dove ho incontrato Fabio Nardi. Mi rallegra ricordare in nota che leggendogli questo frammento, per sorprenderlo con sapienza kantiana larvatamente ironica, non ha trovato di meglio che esclamare, terminata la lettura, di compiere rima con Giudizio. Dicendo: "Karoline ti togli un pre-nomade colto sfizio. Questo colgo. Amami, migliorerai!”. Povera me povera studiosa in erba povero Kant ho pensato. Eppure lo amo. Ma tanto così tanto che proprio non ho giudizio!! E ciò non l’ho soltanto pensato, come facevo in Engadina fin da piccola, l'ho esclamato. Lui ha riso io pure. Scopro amore gioia spensieratezza. La Voragine immagino sia andata da qualche altra parte. A tormentare altra ignara fanciulla. Kant lo studio divertendomi. Quando Fabio mi chiede perché sorrido aprendo capitoli del filosofo, gli rispondo: "Mi rende allegra sapere che con lui non sono mai puntuale così m'aspetta e il suo orologio lo tormenta". Non capisce la facezia né i rimandi. Non sa nulla della biografia di Kant e cioè che con la sua passeggiata, a Königsberg, sempre nella stessa ora, stessi minuti, gli abitanti rimettevano in corso le lancette degli orologi fermatisi nella carica. KK)